Tutto meno che la resa, e nessuna sostanziale concessione alle forze di opposizione, accusate anzi di ostruzionismo: questo in sintesi il tenore del comunicato con cui il presidente Mohamed Morsi ha cercato di giocare d’anticipo sul filo di lana rispetto alla scadenza dell’ultimatum di 48 ore, impartito l’altroieri agli ambienti politici egiziani alle Forze Armate. “La Presidenza della Repubblica”, si legge nella nota, pubblicata sul proprio account FaceBook, “concepisce un governo unitario di coalizione”, ma ” temporaneo” e “fondato sulla partecipazione nazionale”, il quale “sovrintenda alle prossime elezioni parlamentari e vigili sulla fase che si prepara”.

Il leader islamista ribadisce pero’ la volonta’ di rimanere al suo posto, in qualita’ di “presidente di tutti gli egiziani”, con una “chiara ‘roadmap’ basata sulla legittimita’ costituzionale” e dunque, implicitamente, anche sulla sua permanenza in carica. Si’ al “dialogo”, e all’istituzione di una commissione ad hoc che predisponga una serie di emendamenti alla nuova Costituzione di matrice filo-islamista, promulgata tra le polemiche lo scorso dicembre. Si’ inoltre a un “accordo tra tutte le tendenze politiche sulla scelta del nuovo primo ministro”. E tuttavia gli oppositori laici e secolaristi, che ne reclamano le dimissioni, sono al contempo espressamente accusati di ostacolare ogni iniziativa di distensione. “La legittimita’”, puntualizza ancora Morsi, alludendo all’intervento in campo istituzionale minacciato dai vertici militari, “costituisce l’unica garanzia per la stabilita’ e contro la violenza” in Egitto. A detta del capo dello Stato, infati, “commette un errore chi crede che la legitimita’ si possa imporre con la forza a questo popolo che ha ormai provato il sapore della liberta’”.

Intanto circola la notizia che Morsi sarebbe stato messo agli arresti domiciliari. Notizia che per il momento non è stata confermata da fonti ufficiali.

 

 

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