La decisione della commissione Ue di concedere una maggiore flessibilità ai paesi ‘virtuosi’ rafforza il premier Enrico Letta in vista del vertice di maggioranza di domani mattina. Il governo, pur soddisfatto, è consapevole che da Bruxelles non arriva una delega in bianco alla spesa e che i margini, come ammette il ministro Fabrizio Saccomanni, restano strettissimi.

Ma il risultato ha un valore di immagine anche interno perché l’esecutivo, e in primis il premier, può dimostrare ai partiti della maggioranza che la tenacia paga e che, come fa sapere Letta da Berlino, “l’unica bussola sono i fatti, le cose concrete” e non le polemiche. I nodi sul tappeto, come lo stop del Consiglio Supremo di Difesa alla Camera sul veto agli F35, come al solito non mancano. Ma Letta è più fiducioso dei giorni scorsi sulla possibilità di ammorbidire pretese e minacce dei ‘soci di maggioranza’, da ultimo Mario Monti che ha chiesto e ottenuto il vertice arrivando a paventare la rottura. In realtà, l’ex premier, dopo aver chiesto una svolta nell’azione di governo, già oggi, nell’incontro con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, è parso più consapevole delle difficoltà economiche del governo “apprezzando e incoraggiando una politica di bilancio prudente”. E oggi, così come domani, il premier riconoscerà il valore dello sforzo del precedente esecutivo per portare il deficit al 3 per cento e far uscire l’Italia dalla procedura di infrazione eccessiva. Un apprezzamento al lavoro di Monti che, spiegano fonti di maggioranza, aiuterà un clima di distensione nella riunione di domani che potrebbe dare il via all’istituzionalizzazione di una ‘cabina di regia’ governo-maggioranza. Su questo preme il capogruppo Pdl Renato Brunetta e, a quanto si apprende, anche i ministri Pdl avrebbero consigliato di creare una sorta di camera di compensazione che prevenga polemiche e attacchi mediatici. Il “premio” dell’Ue, come definisce il premier l’apertura di Bruxelles, permette inoltre al governo di programmare con meno acqua alla gola le tappe successive anche se, sono tutti consapevoli, i primi investimenti produttivi saranno possibili nel 2014, quindi da definire a partire dalla legge di stabilità. Per i prossimi mesi l’obiettivo è trovare la quadra sull’Imu e avviare una revisione della spesa pubblica che, ha ribadito oggi Saccomanni, non può però avere tempi brevissimi. Per questo scopo il governo, nel prossimo consiglio dei ministri, dovrebbe nominare l’ex ministro Giarda commissario alla spending review. Nella riunione di domani, alla quale parteciperanno Letta, il vicepremier Angelino Alfano e i ministri Saccomanni e Dario Franceschini, il governo spera di riuscire ad aprire una corsia preferenziale per i provvedimenti già in Parlamento perché, spiega una fonte di maggioranza, i decreti spesso restano impigliati nella spola tra Camera e Senato con un rischio ingorghi che crea l’impressione di una lentezza del governo. “Anche noi dobbiamo accelerare”, è la richiesta del presidente del consiglio che apprezza, al Tg1, la velocità con cui la Chiesa si sta riformando e domani, dopo il vertice di maggioranza, andrà per la prima volta in udienza dal Papa.

 

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