POMPEI – Sono partiti i bandi di gara per gli interventi di restauro degli apparati decorativi delle domus di D. Octavius Quartio e della Venere in Conchiglia. Si tratta di importanti interventi di restauro sugli affreschi e sui pavimenti previsti nell’ambito del Grande Progetto Pompei, le cui procedure di gara saranno interamente svolte sulla piattaforma telematica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (www.garemibac.it – www.pompeiisites.org)
Entrambe le domus si trovano nella regione sud orientale della città antica, area preferenziale per le visite didattiche e che rappresenta una interessante alternativa ai percorsi di visita più frequentati lungo l’asse Porta Marina – Foro.
La domus della Venere in Conchiglia è uno splendido edificio famoso per l’affresco posto su una parete del peristilio raffigurante un giardino rigoglioso di piante e di fauna, con una bassa transenna e altri elementi decorativi. Si articola in 3 pannelli: a destra è dipinta una vasca di fontana con uccelli; a sinistra una statua di Marte; al centro una finestra dà l’illusione d’aprirsi sul mare, dove in una conchiglia rosea è posta la dea Venere che, accompagnata da due amorini, si protende verso Pompei, di cui era protettrice. Pur dipinta in modo maldestro la composizione non manca di effetto teatrale, se vista ad una certa distanza.
La seconda domus, detta anche di Loreio Tiburtino, apparteneva a D. Octavius Quartio, come prova l’anello-sigillo rinvenuto presso l’ingresso. In parte conserva l’impianto originario (II sec. a.C.): nell’atrio, fulcro dell’abitazione, affacciano le stanze da letto (cubicula) e il triclinio. La parte verso l’Anfiteatro, ristrutturata dopo il 62 d.C., conserva un giardino immerso tra verde e specchi d’acqua, a imitazione delle dimore fuori città, secondo la moda ‘del vivere in villa’, tipica del tempo. Questo spazio verde si articola in 2 lunghe vasche disposte a ‘T’. La vasca superiore, porticata, era decorata da statue allusive all’Egitto, patria della dea Iside: al centro presenta un sacello con fontane, in fondo un doppio letto per pasti all’aperto e una nicchia che imita una grotta, con affreschi mitologici. La vasca inferiore, divisa in tre bacini (forse per pesci), attraversa tutto il giardino ed era percorso da viali pergolati.
Al termine dei lavori, le domus saranno di nuovo aperte al pubblico, ampliando l’offerta complessiva del sito archeologico.