NAPOLI – Le Commissioni Bilancio, presieduta da Elpidio Capasso, e Mobilità, presieduta da Giovanni Formisano, hanno svolto oggi un primo approfondimento della delibera n. 474 proposta dalla Giunta che, in attuazione della delibera del Consiglio sulle partecipate (n. 59 del 30.11.2012) prevede un nuovo assetto societario complessivo con la costituzione di una NewCo della Mobilità (tramite la fusione per incorporazione della Metronapoli nella Anm) della quale è stato presentato il Piano Industriale dagli amministratori delle aziende ANM, Brunetti, Metronapoli, Ramaglia, e NapoliPark, Cecconi. Hanno partecipato l’assessore al Bilancio, Salvatore Palma, cofirmatario con il Sindaco della proposta, e la consulente del Sindaco de Magistris sui trasporti, ed ex assessore alla Mobilità, Anna Donati.
L’assessore Palma ha ricapitolato le tappe della proposta che ridisegna il sistema del trasporto pubblico e che ha visto un primo step con il conferimento alla NapoliPark delle partecipazioni detenute nelle due aziende di trasporto. Il passo successivo, delineato dal lavoro svolto dalla Cabina di Regia sulla base della decisione adottata dal Consiglio, è la fusione di Anm e Metronapoli in Anm alla quale NapoliPark conferirà le attività gestite finora (una valutazione dei rami d’azienda che saranno incorporati è attesa per fine anno, come ha riferito l’amministratore di NapoliPark, Cecconi). NapoliPark acquisirà così la funzione di una vera e propria Holding, alla quale il Comune affiderà le reti infrastrutturali configurandola come di Agenzia per la Mobilità sostenibile. Il principio sul quale si è lavorato finora, ha detto l’assessore, è che il settore dei trasporti deve restare sotto la sfera pubblica (l’eventuale messa a bando della gestione dei servizi di Trasporto Pubblico Locale lascerà al controllo pubblico la maggioranza azionaria della società, almeno il 60%). Napoli quindi avrà una unica azienda che gestirà il trasporto su gomma e su ferro, i parcheggi e la sosta. L’operazione, ha concluso l’assessore, avviene in presenza di primi segnali positivi nei bilanci di Anm grazie al risanamento messo in campo e alla riduzione dell’esposizione debitoria delle tre società e nell’imminenza della chiusura dei cantieri più importanti, a cominciare da quello della fermata della linea 1 di Piazza Garibaldi che aumenterà la domanda di trasporto pubblico.
L’esposizione del Piano Industriale è stata fatta dall’amministratore di Metronapoli, Ramaglia, che ne ha indicato gli obiettivi, primo tra tutti quello della riorganizzazione integrata dei servizi ferro-gomma (particolare la situazione campana in cui esistono ben 135 aziende di trasporto pubblico). La unica azienda del trasporto pubblico locale napoletana gestirà un traffico passeggeri quotidiano di 450mila utenti (300mila Anm più 156mila e 300 Metronapoli); la nuova rete sarà incentrata sul ferro (con un balzo in avanti nel 2016, quando arriveranno 10 nuovi treni, il che consentirà di abbassare a 5 minuti i tempi di attesa), mentre in superficie (tram bus e filobus) saranno potenziate le zone non servite dalla rete su ferro. Mentre si pensa ad un prolungamento della linea 2 (che però vede un contratto di esercizio con la Regione) da Pozzuoli a San Giovanni, quella filoviaria vedrà il filobus Frullone Centro (ex linea R4). Sull’evoluzione del trasporto su gomma ha parlato l’amministratore unico di Anm, Brunetti il quale ha esposto l’ambizioso obiettivo di sostituire in autofinanziamento 340 bus (l’Anm ha un parco in media vecchio di 12 anni): i 604 bus, con i 140 mezzi elettrici (tram e filobus) saranno in grado di garantire, ha concluso, una migliore mobilità. Completano il Piano Industriale, ha concluso a sua volta Ramaglia, la razionalizzazione della logistica (con l’accorpamento di depositi e officine di riparazione) mentre nessun esubero è previsto per i 2800 dipendenti.
I consiglieri intervenuti hanno: sottolineato la necessità di una attenta azione di vigilanza sugli atti da parte del Consiglio e la necessità che l’approdo sia un nuovo sistema regionale del trasporto per non vedere vanificate le politiche messe in campo (Antonio Borriello); auspicato che la creazione del nuovo sistema possa costruire una città a misura d’uomo (Sgambati); espresso perplessità sulla forma di gestione pubblico-privato che si configura e, in particolare, sulla possibilità di un controllo analogo da parte del Comune sulla nuova società che, con l’ingresso di privati, perderebbe la qualificazione di società in-house (Iannello); espresso preoccupazione sul fatto che il Piano Industriale non tenga nessun conto il destino dei lavoratori dell’indotto, mentre già in passato è stato commesso l’errore di rinunciare alla presenza di un socio privato industriale nei trasporti (Aniello Esposito); chiesto chiarezza su quali saranno i compiti degli attuali 300 addetti di NapoliPark (Nonno); espresso l’opportunità di valutare forme di compartecipazione di lavoratori ed utenti nella governance della nuova società (Gennaro Esposito); espresso compiacimento per il lavoro fin qui svolto augurandosi che le eccellenze che nel campo Napoli può vantare siano messe in gioco per una gestione della mobilità di carattere metropolitano (Formisano).
Sui punti sollevati nel dibattito, in particolare hanno replicato sia l’assessore Palma – che ha ribadito che quando si pensa all’ingresso di un socio privato si pensa ad un socio industriale, e non certamente finanziario, mentre il rafforzamento del controllo pubblico potrebbe vedere l’introduzione di un Comitato di Sorveglianza nella governance della società – e l’on. Donati che ha precisato che è la finanziaria regionale, la legge 5 del 2013, che impone la totale privatizzazione del settore, mentre il Comune è orientato, ed è questo l’oggetto di una complessa interlocuzione con la Regione, a non farsi espropriare delle decisioni in merito e a mantenere il controllo pubblico del trasporto pubblico locale.