È stato tutt’altro che consensuale il divorzio tra l’amministrazione comunale ed Ernesto Palermiti, responsabile del settore Lavori pubblici fino allo scorso 30 giugno. Come riportato da Campania Notizie (clicca qui per leggere l’articolo) l’ingegnere, prima di andarsene, si è tolto molti sassolini dalle scarpe. E ha esplicitamente denunciato una serie di gravi comportamenti di alcuni componenti dell’esecutivo. Il suo principale bersaglio è stato, manco a dirlo, Andrea Aquilante.
Nel suo “testamento” Palermiti accusa il vicesindaco di aver tenuto una condotta politica e amministrativa talmente spregiudicata e poco trasparente da poter determinare addirittura l’arrivo della commissione d’accesso. Accuse contenute in una relazione inviata il 17 giugno al sindaco Andrea Moretti, alla giunta, al vicesindaco e al segretario comunale. La “letterina” di saluti di Palermiti si conclude così: “Quando la politica diventa attività gestionale la commissione d’accesso sta già bussando alla porta d’ingresso”.
Parole pesanti come macigni. Che potrebbero affossare l’amministrazione comunale. Palermiti non è certo l’ultimo arrivato. Ha spesso lavorato con le commissioni straordinarie (anche a Gricignano) e per il suo ottimo lavoro ha ricevuto due encomi. E’ un tecnico di indubbio valore professionale e di indiscutibile dirittura morale. Il suo giudizio, quindi, conta, eccome. E apre scenari a tinte nere sul comportamento di Aquilante.
Alla nota dell’ingegnere segue la risposta di Moretti. Lo scorso 26 giugno il sindaco replica con toni aspri e frasi sprezzanti. Il primo cittadino scrive a chiare lettere di essersi pentito di aver confermato l’incarico a Palermiti. “Dopo l’inqualificabile nota, più simile ad una crisi di nervi che ad una congrua risposta alla mia nota di sollecito, mi rendo conto di aver commesso un errore. Ella mi comunica che da tempo “la sua presenza in ufficio è solo fisica” e che “quella mentale è diminuita inversamente al suo disamoramento per l’Ente”. Mi sembra – osserva il sindaco – che il nodo della questione sia questo, al di là dei Suoi inaccettabili excursus relativi alle scelte politiche dell’Amministrazione da me rappresentata, profusi a piene mani nella Sua nota ancorché Ella non disponga di alcun titolo a riguardo (Le assicuro, Ingegnere, che “essere di nomina commissariale” non la autorizza a confondere grossolanamente ruoli e competenze!).
Al pari di Palermiti, anche Moretti non usa perifrasi: “Ebbene, egregio Ingegnere, ritengo di fare cosa corretta invitandoLa ad essere coerente con il Suo sfogo e a ricongiungere fisico e mente, raggiungendo quest’ultima dovunque essa si trovi: che non fosse nei nostri uffici è chiaro da molto tempo, e io stesso ho dovuto prenderne atto seppure con colpevole ritardo”.
Il sindaco rompe gli argini e “invita” Palermiti a fare le valigie per evitare di essere cacciato: “Mi auguro – scrive Moretti nella sua contronota – che Ella abbia la decenza di dimettersi dal ruolo, che con tanta fiducia Le avevo riconfermato, con anticipo sia pure minimo sulla scadenza fissata al 30 giugno; vorrà evitarmi, come pure sarebbe da parte mia ineccepibile considerate le Sue esternazioni, di sollevarLa dall’incarico prima della data suddetta, e considererei dignitoso che Ella desse seguito a quanto affermato comportandosi di conseguenza”.
Parole al veleno che però a confronto con le frasi conclusive della lettera sembrano dolci come il miele. Ecco come termina la nota del sindaco: “Quanto alle (neanche tanto velate) minacce con le quali Ella conclude la Sua nota: tenga bene a mente che il sottoscritto non ha mai temuto le Commissioni di accesso, casomai le ha auspicate ogni qualvolta che ve ne fosse bisogno. Commissioni, Le ricordo incidentalmente, le quali hanno il potere/dovere di vagliare anche l’operato e gli atti degli Uffici, inclusi quegli atti curiosamente inclini a sparire e riapparire periodicamente secondo convenienza di alcuno”.
Non sobbalzate dalla sedia. E non fatevi assalire da dubbi: avete letto bene. Benissimo. Moretti, anche lui neanche tanto velatamente, accusa Palermiti di poca trasparenza. Insomma, c’è tanta carne a cuocere. E crediamo che da qui a poco potrebbe fermarsi a Gricignano qualche chef “prefettizio” per cucinarla. In tal caso per qualcuno saranno bocconi amari.
Mario De Michele