Il sistema penale vaticano si adegua ai tempi e alle convenzioni internazionali, e il Papa appoggia il rinnovamento, stabilendo che la giustizia vaticana sia competente anche per i reati commessi contro “la sicurezza, gli interessi fondamentali e il patrimonio della Santa Sede” e per reati commessi da ufficiali e dipendenti della Santa Sede, dunque non solo nella Città del Vaticano.
Abolisce l’ergastolo, specifica i reati contro i bimbi – dagli abusi all’arruolamento forzato, alla pedopornografia, recependo la convenzione internazionale per la tutela del fanciullo – e inasprisce le pene contro la sottrazione di documenti riservati. Procede anche l’aggiornamento legislativo cominciato da Benedetto XVI nel 2010 per la trasparenza finanziaria, anche se per ottemperare alle richieste di Moneyval verranno, probabilmente dopo l’estate, leggi più specifiche. E’ in questi elementi il senso del Motu proprio papale e delle tre leggi della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano pubblicate oggi. Il Motu proprio – ‘Sulla giurisdizione degli organi giudiziari dello Stato della Citta’ del Vaticano in materia penalé – e le tre leggi – ‘Norme complementari in materia penale’; ‘Modifiche al Codice Penale e al Codice di Procedura Penale’; ‘Norme generali in tema di sanzioni amministrative’ – sono stati presentati in sala stampa vaticana dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Dalla Torre e dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Da oggi i giudici vaticani potranno comminare sanzioni a carico delle “persone giuridiche per tutti i casi in cui esse profittino di attività criminose commessa dai loro organi o dipendenti, stabilendo una loro responsabilità diretta con sanzioni interdittive e pecunarie”. Così il giudice vaticano potrà indagare su delitti e reati commessi in organismi di curia e uffici vaticani. Saranno inoltre sottoposti alle sanzioni penali i nunzi e i legati pontifici e tutti quanti operano in uffici della Santa Sede, non solo in Vaticano. La Torre, interpellato dai giornalisti sulle conseguenze della abolizione dell’ergastolo su eventuali richieste di estradizione ha precisato che il problema della estradizione viene generalmente posto nella legislazione internazionale per i paesi in cui si applica la pena di morte e non per quelli in cui si commina l’ergastolo. “Dovrei però – ha precisato La Torre – vedere il caso concreto e giudicare quello”. La abolizione dell’ergastolo, ha osservato il giudice vaticano, è più che altro un “adeguamento dell’ordinamento vaticano a queste prospettive criminologiche che ritengono l’ergastolo disumano e inutile”. Le nuovo norme penali sui reati in parte rispondono a richieste di Moneyval, in parte ad altre esigenze. L’adeguamento richiesto da Moneyval, ha precisato il direttore Dalla Torre, non si esaurisce con queste norme e proseguirà con ulteriori provvedimenti, probabilmente dopo la pausa estiva. “Non tutte le osservazioni di Moneyval – ha precisato il giudice vaticano – riguardano la materia penale, bensì altri aspetti della struttura amministrativa, e dopo l’estate ci si può aspettare un intervento in materia evidentemente non penale, riguardo l’antiriciclaggio, la lotta al terrorismo e quant’altro: i provvedimenti di oggi sono solo penale e non solo Moneyval”.