E’ tutta ancora da chiarire la vicenda che vede protagonisti il cantante Massimo Di Cataldo e la sua ex compagna, Anna Laura Millacci, la quale ha riferito di aver subito violenze. La donna ieri ha infatti pubblicato sul proprio profilo facebook una foto che la ritrae insanguinata e con il volto pieno di lividi ed ha asserito di essere stata picchiata dal cantante una ventina di giorni fa.
Sul caso sono in corso accertamenti da parte della squadra mobile di Roma anche se ufficialmente non e’ stata presentata alcuna denuncia. Anna Laura Millacci, artista visuale e madre di una bambina avuta con il cantante romano, potrebbe essere convocata nelle prossime ore negli uffici della Questura per chiarire quanto da lei pubblicato sul social network. Intanto gli investigatori sono al lavoro per accertare l’autenticita’ delle foto pubblicate su Facebook. E proprio dal social network arriva la lunga autodifesa del cantante Massimo Di Cataldo: “Sto gia’ prendendo provvedimenti legali per la grave accusa che ho subito. Ora il mio lavoro, seppur compromesso da questa imbarazzante vicenda, viene dopo, prima c’e’ la mia dignita’ di uomo. La verita’ verra’ a galla. Io non temo poiche’ non ho niente da nascondere. Ho letto i giornali stamattina – scrive il cantante – e sono scioccato per come questa assurda notizia sia stata pilotata contro di me, con tanta leggerezza. Alcune persone gia’ mi condannano pur senza un contraddittorio, altre mi stanno sostenendo e le ringrazio con tutto il cuore, non vi state sbagliando!”. “Chi mi conosce veramente – prosegue – e sa come stanno davvero i fatti mi sta dimostrando grande affetto. E’ assurdo. Io non ho fatto nulla di cio’ per cui vengo accusato, credetemi. Ho amato questa donna per tanti anni, al punto anche di annullarmi per lei, e oggi non la riconosco piu’, visto che, con tanta sconsideratezza, ha messo in scena questa farsa. Un’esperta in comunicazione come lei come non poteva prevedere tutto questo? La nostra storia – scrive ancora Di Cataldo – era arrivata a un punto limite, nonostante il bene che le volessi, ed era ormai insostenibile per me (per questioni di cui preferisco non parlare in questo momento e in questa sede per l’affetto che ho nei suoi confronti). Mi trovo nella posizione di non volermi difendere usando gli stessi mezzi che lei ha usato per umiliarmi pubblicamente poiche’ credo ancora nell’amore e nella giustizia, e lealmente vorrei difendere (lo devo a mia/nostra figlia) la dignita’ di una persona che per la sua ambizione e per le sue aspirazioni egoistiche ha inscenato tutto questo. Sono io ad essere stato colpito duramente e i segni che porto non si possono certo evidenziare ad arte in una fotografia”. Infine, un avvertimento: “Invito tutti voi – scrive Di cataldo – a riflettere su quanto sta accadendo, perche’ una storia come questa dovrebbe far considerare quanto meno l’utilizzo spregiudicato dei “social network””.