Prosegue lo sciopero della fame davanti a Montecitorio di sei produttori e rivenditori di sigarette elettroniche. La protesta è stata indetta per dire no alla maxi tassa del 58,5% prevista dal decreto sul lavoro e l’Iva del Governo. “Chiediamo un confronto con le istituzioni a salvaguardia del diritto di lavorare- spiega Massimiliano Federici, una delle persone che protesta- sono cinquemila i negozi che hanno aperto a costo di molti sacrifici e ora è assurdo che ci chiedano di tornare indietro”.

“La protesta durerà fino a che ce la sentiremo” prosegue, evidenziando anche che “il decreto non porterà gli introiti preventivati allo Stato, perché molte aziende si sposteranno all’estero e i consumatori inizieranno ad acquistare online i prodotti a costo inferiore”. La protesta- sottolinea l’Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico)é indetta a titolo personale, mentre proseguono i contatti istituzionali.

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