La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato beni mobili ed immobili, per un valore prossimo ad un milione di euro, riconducibili al quarantaquattrenne Guglielmo Bonaventura, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, detenuto presso il carcere di Lanciano (Ch).

Ritenuto elemento di spicco in seno all’omonimo sodalizio egemone nel territorio della citta’ di Crotone, e’ il figlio del defunto boss Giovanni Bonaventura, detto ‘zio Gianni’, nonche’ cugino di Luigi Bonaventura, detto ‘Gne’-Gne”, collaboratore di giustizia. Tratto in arresto nel 2008 nell’ambito dell’operazione ‘Eracles’, e’ stato condannato dodici anni di reclusione, tra l’altro, per associazione a delinquere di stampo mafioso. Piu’ recentemente, il 14 febbraio 2013, la Corte d’Assise di Catanzaro gli ha inflitto 20 anni di reclusione per un omicidio perpetrato nel lontano 1991, che rappresenta, secondo i giudici, “… un vero e proprio battesimo di affiliazione cui venne sottoposto il Bonaventura dagli anziani del clan… “. In sintesi, il provvedimento di confisca a cui si e’ dato esecuzione ha consentito di aggredire: il compendio aziendale ‘Pescheria Nettuno’ di Guglielmo Bonaventura, a Crotone; due appartamenti ubicati nel ‘Residence Capo Piccolo’ di Isola Capo Rizzuto (Kr); villino di pregio, sul litorale di Crotone; tre rapporti finanziari; due beni mobili registrati.

 

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