CASERTA – La caldissima Caserta ha accolto l’apertura del Meeting “Legalità, protagonisti della nostra terra” (29 luglio – 2 agosto). Grinta, convinzione, impegno, determinazione, speranza dicono chi sono e cosa vogliono questi circa 500 giovani arrivati da Trentino e Lombardia fino a Calabria e Sicilia. Un minuto di silenzio iniziale per ricordare le 38 vittime del tragico incidente stradale in Irpinia avvenuto il giorno prima. Al Palavignola sembravano riecheggiare a distanza di chilometri le parole di papa Francesco da Rio: «Non dite che altri sono protagonisti del cambiamento. Attraverso di voi giovani entra il futuro nel mondo. Non state alla finestra della vita!».
La mattina del 30 luglio la maggioranza dei presenti si è trasferita a Teano-Pugliano, nei campi che due settimane prima erano stati oggetto di atti vandalici di matrice camorristica, per la manifestazione di solidarietà insieme a Libera, FareAmbiente e Comitato Le Terre di don Peppe Diana-Libera Terra e all’Amministrazione locale. Nel corso di essa ha avuto luogo l’audizione pubblica di due commissioni d’inchiesta della Regione Campania, quella dei Beni confiscati e quella dell’Anticamorra. Gianfranco Valiante, presidente di quest’ultima, ha valorizzato la presenza dei giovani del Meeting “che testimoniano che qualcuno alla Legalità ci crede. Urge agire insieme istituzioni, associazioni, cooperative». Dal canto suo, Antonio Amato, presidente della Commissione dei Beni confiscati, ha ipotizzato il costituirsi di una macroregione per la legalità che renda più trasparente la gestione da parte dello Stato dei beni sottratti alla camorra.
“Legalità e ambiente” è stato il tema del forum affrontato nel primo pomeriggio in un dialogo serrato tra giovani e relatori. A Samuele di Catania che chiede «oltre alla denuncia, cosa possiamo fare?» Enrico Fontana, responsabile rapporto ecomafia di Legambiente, ha sollecitato ad «avere sempre gli occhi aperti e pretendere dalle pubbliche amministrazioni il rispetto delle leggi nel compimento del loro dovere». Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e difensore della legalità nella “terra dei fuochi”, riprendendo un fatto di cronaca ha definito il boss come «il frutto marcio di un albero marcio che affonda le radici in un terreno marcio». Guardando invece al territorio casertano e napoletano, il dott. Antonio Marfella, oncologo, ha spiegato le ragioni per cui esso sta diventando la discarica di rifiuti tossici più grande d’Italia.
Molte domande e molte risposte. Il dialogo si è concluso con la convinzione che, di fronte all’assenza di una normativa nazionale sui crimini ambientali, «per innescare un cambiamento occorre agire in prima persona. Occorre cominciare da noi». Applausi ripetuti hanno sottolineato l’assenso responsabile dei giovani del Nord come quelli del Sud.
Il 31 luglio, secondo giorno del meeting, avrà per tema “Legalità e accoglienza”. Ospite atteso nel tardo pomeriggio sarà don Luigi Ciotti.