Il mondo del fumo cambia faccia, volumi e abitudini di consumo. Non solo per il boom delle sigarette elettroniche. E perde quella rigidita’, lo zoccolo duro delle vendite su cui per decenni hanno fatto conto le politiche fiscali. A delineare le nuove tendenze della filiera tabacchicola e’ il 16/mo Rapporto presentato da Nomisma oggi a Roma, presso la Camera di Commercio. Nel 2012, ha sottolineato Denis Pantini, direttore Area Agricoltura e Industria alimentare di Nomisma, “si e’ accentuato il calo dei consumi di sigarette (-8% rispetto al 2011) e in cinque anni i consumi sono diminuiti del 14%.

A crescere invece e’ l’incidenza del mercato illecito di sigarette che e’ arrivata a quasi il 10%, e in appena tre anni tale incidenza e’ triplicata”. In controtendenza, anche rispetto alla crisi, segnala ancora Pantini, “le vendite di sigari e di trinciati, il tabacco sfuso per le sigarette fai da te, che nell’ultimo anno segnano una crescita del 229%”. Ad esprimere ”contrarieta’ sulle forme di proibizionismo al fumo” e’ il deputato Pd Walter Verini a nome del neonato ‘Coordinamento di parlamentari italiani per la tutela della produzione tabacchicola nazionale’, presieduto dall’ex ministro Mario Catania. ”La difesa del tabacco Made in Italy e’ anche difesa della salute dei consumatori – ha detto Verini – che possono contare su produzioni di qualita’ e tracciabilita’”. Il valore complessivo delle vendite di tabacco e derivati in Italia sfiora i 19 milioni di euro (18.965) di cui 14.132 milioni confluiscono nel gettito fiscale. L’85% della produzione nazionale si concentra in appena sei province (Verona, Perugia, Arezzo, Caserta, Benevento e Napoli), in Pmi site in aree rurali dove gli addetti coinvolti sono 190mila.

 

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