CASERTA – «La legalità non è l’obiettivo. Non è neppure un valore, ma un prerequisito, uno strumento per raggiungere il fine che è la giustizia». Parole di don Luigi Ciotti accolte quasi con un fremito dai 500 giovani assiepati al Palavignola per il primo Meeting nazionale “LEGALITA’ – Protagonisti della nostra terra” (Caserta, 29 luglio – 2 agosto). La presenza di don Ciotti non è scontata. «Ringrazio Dio di potervi incontrare e ascoltare» ha esordito dopo un coinvolgente alternarsi di storie di giovani della Lombardia all’insegna di “Legalità e Accoglienza”.
«Fare qualcosa di concreto per la nostra città multietnica» e «contrastare razzismo e illegalità»: è la volontà che emerge dai rapporti con i carcerati di S. Vittore, “gli invisibili della società”, o con i rom nei campi abusivi dove «il loro mondo ha stravolto il mio modo di vedere il mondo, dove l’accoglienza l’hanno fatta loro a me». Si racconta dell’Associazione “Arcobaleno” attiva dagli anni ’80 con iniziative sportive, scolastiche, culturali, d’inserimento sociale, che ha visto intrecciarsi generazioni di cittadini milanesi doc e milanesi di adozione. Come coniugare amore e legalità? chiedono i giovani a don Ciotti. Ne viene un discorso appassionato, stimolato da nuove domande. Scandisce parole forti più volte ascoltate: «non c’è legalità senza uguaglianza», «se le persone non sono rispettate nei loro diritti e dignità, la legalità diventa strumento di potere e di esclusione». Ancora: «La denuncia fondata è anche annuncio di salvezza», ma «il peccato di oggi è la delega», ciascuno invece «deve assumersi la propria responsabilità», terza gamba della democrazia. Poi incalza: «Vi prego, togliete la g a integrazione. Parliamo d’interazione» e sprona i giovani a conoscere, ad approfondire. Un dialogo quello con don Ciotti, a tratti quasi confidenziale, che ha rafforzato la scelta dei giovani da Nord a Sud per questo Meeting, quasi un abbraccio al Paese. «E’ bello vedervi qui a riflettere, a calpestare i campi di questa meravigliosa terra». Nella mattina, infatti, una cinquantina di giovani si era recata a Ponticelli, quartiere periferico di Napoli, bisognoso di intervento ecologico, che ha regalato relazioni intense con alcuni dei suoi abitanti, come con N. per 20 anni in carcere, che si è unito ai giovani nel lavoro di pulizia e sboscamento e ha ringraziato loro pubblicamente con le lacrime agli occhi, come con don Edoardo, neoparroco, colpito dal loro sorriso gratuito, come con la presidente della municipalità che ha apprezzato caldamente motivazioni e convinzione dei giovani. Altra destinazione era stata “Il dono”, presidio di Aversa, libreria sociale nata “nella monnezza” durante una delle emergenze rifiuti. Oggi raccoglie ben 40.000 volumi aggiornati e scambiati come veri e propri oggetti di baratto. A Marcianise come anche a Teverola-Casaluce i giovani si sono concentrati in alcuni parchi comunali. Occasioni tutte di collaborazione con alcuni referenti di Libera, comitato don Peppe Diana, FareAmbiente e l’associazione locale Convergenze.