La corsa contro il tempo per il varo della Finanziaria provoca la rivolta dei parlamentari del Pdl che di mestiere fanno gli avvocati e i notai. Compatti, nonostante la scelta del governo di mettere la fiducia, stanno raccogliendo firme per protestare contro la manovra da domani al voto del Senato (al momento sarebbero circa una cinquantina).
Un punto, l’articolo 39-bis, proprio non lo digeriscono e riguarda le liberalizzazioni 2delle professioni: “Fino a quando non verrà tolta la norma che abolisce gli ordini professionali, il testo – assicura un avvocato del Pdl – non lo voteremo mai dovesse anche cadere Tremonti”. “Da avvocato ritengo che sia una norma che merita un approfondimento ulteriore. Non mi sembra materia da inserire in un decreto”, aggiunge l’avvocato-ministro della Difesa, Ignazio La Russa. A preoccupare molti parlamentari del Pdl è anche un emendamento dell’opposizione al Senato che prevede l’incompatibilità delle cariche di parlamentare e sindaco o presidente di Provincia (solo alla Camera gli interessati sarebbero una quindicina), l’equiparazione degli stipendi di deputati e senatori a quelli di pari grado in Europa e i cambiamenti nel sistema dei vitalizi. Per quanto riguarda quest’ultimo tema l’emendamento specifica: “Gli uffici di presidenza delle due Camere adottano sistemi previdenziali basati sul metodo di calcolo contributivo, prevedendo requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso ai trattamenti corrispondenti a quelli applicati ai lavoratori dipendenti, ai sensi della disciplina pensionistica vigente”. “State pur certi – si assicura ancora tra i “rivoltosi” del Pdl – che anche quella norma deve saltare se vogliono che votiamo la manovra”. Il governo si è mosso per evitare sorprese nel voto di fiducia e dell’oggetto della protesta si è parlato in una riunione fra il presidente del Senato Renato Schifani e i capigruppo di Lega e Pdl, Federico Bricolo e Maurizio Gasparri, il relatore Gilberto Pichetto Fratin, il presidente della commissione bilancio, Antonio Azzollini e il sottosegretario all’economia, Alberto Giorgetti. Fra i nodi, proprio l’introduzione in manovra della liberalizzazione delle professioni. Al termine, Gasparri ha parlato di “formulazioni sul tema che stanno sollevando preoccupazioni ma che sono già superate”: “Molti reagiscono a un tema che non c’è – ha detto Gasparri -, non c’è nelle modalità che stanno circolando, non sussiste. Comunque stiamo affrontando tutti i temi in agenda, ne stiamo parlando”. Parole che lasciano ipotizzare una riscrittura delle norme contestate. Sulle barricate anche l’Organismo unitario dell’avvocatura che convoca gli stati generali dell’Avvocatura “per discutere e varare le iniziative di protesta contro il governo e i suoi progetti di svendita della giustizia e di smantellamento del sistema delle professioni”. Tra le ipotesi di mobilitazione, almeno 10 giorni di astensione dalle udienze a settembre, un congresso straordinario forense da celebrarsi a novembre e una manifestazione nazionale unitaria di tutti i professionisti.