Cinque giorni di sciopero dei penalisti contro una politica sempre più “debole” in tema di riforme della giustizia e sull’emergenza carceri. La protesta sara’ attuata dal 16 al 20 settembre e nel primo giorno di astensione sara’ compiuta una raccolta di firme per i referendum sulla giustizia promossi dai Radicali.

I nodi della giustizia e delle carceri andrebbero affrontati con “interventi strutturali, e vi sarebbero le iniziative legislative per farlo, ma il Parlamento – si legge nella delibera di astensione dell’Ucpi trasmessa alle massime cariche dello Stato e a tutti i capi degli uffici giudiziari- appare condizionato da fatti di cronaca e da polemiche spicciole i cui effetti si riscontrano nei ritmi alternati di importanti disegni di legge”. La protesta dei penalisti di “forte denuncia politica per indirizzare la ripresa dei lavori parlamentari verso una sessione straordinaria sulla giustizia”, passa attraverso la battaglia per restituire un grado minimo di civiltà alle carceri, “uno dei punti fondanti del programma di governo”, ma su cui “non sono state licenziate fin qui misure davvero efficaci per fronteggiare l’emergenza”; e arriva fino alle riforme costituzionali e del sistema penale nel suo complesso, che ha visto protagoniste, oltre alla mancanza di coraggio della politica, “le reazioni corporative del sindacato dei magistrati e quelle velenose dei giustizialisti”. Persino le indicazioni sul tema che erano state elaborate dal gruppo di saggi nominati dal Presidente della Repubblica,lamentano i penalisti, “sono state di fatto del tutto accantonate, e tuttavia la necessità di una riforma organica della giustizia, anche con riguardo ai suoi assetti costituzionali, continua ad essere evidenziata dal Capo dello Stato, che non ha mancato di farne riferimento anche in questi giorni invitando la classe politica ad una coraggiosa inversione di rotta. Proprio questo monito – conclude l’Ucpi- riapre la questione del dibattito costituzionale e comunque complessivo sul tema giustizia, reclamato da anni e con forza dai penalisti, che dunque diventa tema di stretta attualità cui la politica è di nuovo chiamata a rispondere nei prossimi mesi”.

 

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