“Questa lunga agonia non e’ piu’ tollerabile. Napolitano, il garante dello status quo, si dimetta, si elegga un nuovo presidente della Repubblica e si vada alle elezioni”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. “Rideremo come bambini quando ci sara’ la nuova liberazione, come i nostri nonni in un lontano 25 aprile”.
Scrive Grillo: “Siamo a Ferragosto. Il sole brilla, ma il cielo ci appare plumbeo, grigio, spento come nei pomeriggi di smog d’inverno in citta’. Cosa sono quelle facce? Quelle smorfie da depressi? Non fate cosi’. Non buttatevi giu’. Cambiare si puo’. Siamo dentro un incubo, ma dagli incubi ci si sveglia al mattino. Dopo la notte arriva sempre l’alba, Queste maschere di cartone che popolano la nostra vita sono destinate a sbiadirsi, a scomparire persino nel ricordo. ”Berlusconi chi? Letta chi? Finocchiaro chi? Brunetta chi?” ci chiederemo tra pochi anni. Cambiare si puo’. Costruire una nuova Italia solidale, una comunita’ di persone senza privilegi si puo’. Un luogo dove i diritti civili valgono per tutti, indistintamente. Nessuno rimarra’ indietro. Un reddito di cittadinanza e il diritto a un tetto saranno garantiti per legge. Utopie? Cosa sarebbe la nostra vita senza utopie che possono realizzarsi? Un luogo miserabile dove passare la nostra esistenza. Il dopoguerra ci ha lasciato solo macerie e distruzione, ma ci siamo risollevati. E ora dovremmo temere per quattro cialtroni che hanno occupato lo Stato? Li cacceremo a calci nel culo. Ogni voto un calcio alle prossime elezioni. L’Italia ha bisogno di rinnovamento, di aria fresca, di nuove idee, di giovinezza. Cambiare si puo’. Partecipare si puo’. Siamo stati esclusi dalla gestione dello Stato, come ospiti mal sopportati a casa nostra, da un’oligarchia supponente e arrogante. E’ tempo di riprenderci le nostre vite, la nostra Patria, di cercare di essere felici. Strano sentire queste parole ”Patria, Felicita”’. Sono riusciti, questi osceni rappresentanti vestiti a festa, a farle diventare impronunciabili, come le parole ‘Popolo’, ‘Onesta”, ‘Dovere’, ‘Futuro’. Nel film ‘Ricomincio da capo’ il protagonista era condannato a rivivere sempre la stessa giornata, cosi’ succede agli italiani. Sempre gli stessi nomi, le stesse ‘emergenze nazionali’, gli stessi problemi irrisolti da vent’anni. Ci hanno fatto credere che non esistono alternative., ma cambiare si puo'”.