Fronte compatto dei sindaci dell’area nord di Napoli contro il termovalorizzatore per le ecoballe da realizzare a Giugliano e possibile ricorso unitario al TAR. Ma anche le richieste di congelare e superare il bando di gara, di determinare un nuovo metodo di confronto e coinvolgimento delle amministrazioni locali, di istituire un nuovo qualificato comitato tecnico scientifico che individui in tempi certi i diversi scenari per lo smaltimento dei sei milioni di rifiuti tritovagliati che giacciono sul territorio regionale.
Queste le conclusioni dell’audizione sul termovalorizzatore di Giugliano tenuta questa mattina dalla III Commissione Speciale Regionale bonifiche, ecomafie e siti smaltimento rifiuti, cui, con il Presidente Antonio Amato, il vicepresidente Flora Beneduce, il consigliere regionale Raffaele Topo, hanno partecipato i sindaci di Melito, Mugnano e Qualiano, rispettivamente Venazio Carpentieri, Giovanni Porcelli e Ludovico De Luca, l’assessore alle attività produttive di Villaricca Mario Molino, il componente della commissione straordinaria di Giugliano Luigi Colucci, rappresentanti di alcune associazioni. «I rappresentanti delle istituzioni locali, affermando la loro netta contrarietà al termovalorizzatore, hanno anche denunciato il loro mancato coinvolgimento su questa scelta che addirittura hanno appreso dai mezzi di comunicazione» affermano Amato e Beneduce, presidente e vicepresidente della commissione regionale «Sindaci e commissari ascoltati hanno testimoniato una mancata fase di concertazione e anche il mancato approfondimento istruttorio delle diverse scelte possibili per lo smaltimento delle ecoballe, palesando forti perplessità su tempistica e modalità di emanazione del bando di gara. Oggi chiedono il congelamento e il superamento del bando e la costituzione di un nuovo comitato tecnico scientifico che abbia reali competenze e sia riconosciuto dalle comunità, capace di prospettare, in tempi certi, le diverse soluzioni per lo smaltimento. Concordiamo sulla necessità di superare il bando, addivenire a un nuovo metodo di concertazione che coinvolga istituzioni locali ma anche il ministero dell’ambiente, determinare un nuovo comitato tecnico scientifico che valuti tutte le possibili soluzioni tecniche tra le quali scegliere non quella più conveniente economicamente, ma quella che meglio tuteli la salute dei cittadini e del territorio. Si è riusciti a raddrizzare la Concordia con un’operazione mai provata prima» affermano Amato e Beneduce «Possibile che non si riesca a trovare una soluzione tecnica diversa dall’incenerimento? Perché si è scelta questa strada e non quella del trattamento a freddo? Non c’è nessuna impostazione ideologica né di parte, lo testimonia anche la diversità delle nostre estrazioni politiche. Né si vuole polemizzare con alcuno chè le responsabilità della attuale situazione hanno radici in tutto quanto si è determinato nel corso di più di trent’anni. Ma a fronte di una bomba eco sociale come quella dell’area del giuglianese, si avverte la necessità di una soluzione diversa, condivisa, capace di strutturare la partecipazione delle comunità locali, di non far calare scelte dall’alto e di procedere, prioritariamente, nel senso della bonifica dei territori. Siamo certi che si possano trovare soluzioni alternative, andando comunque incontro alle prescrizioni della UE» Concorde anche il consigliere Topo che ha preso parte all’audizione sottolineando come «localizzazione dell’impianto, tempistica del bando e storia delle ecoballe non possono non sollevare sospetti sulla scelta del termovalorizzatore. La priorità deve essere quella di costruire soluzioni compatibili con le esigenze delle comunità, ma anche di chiedere al governo nazionale una parola di verità, finalmente univoca e autorevole, sulla situazione ambientale di quest’area e sulle possibili azioni da realizzare». Anche Il presidente Amato ha chiuso l’audizione rimarcando la necessità di avere su queste tematiche un’operazione verità e annunciando per la prossima settimana una nuova convocazione del tavolo cui parteciperanno anche l’assessore Romano e il commissario Carotenuto.