AlIeri, dopo aver invitato scherzosamente la comunità di Sant’Egidio a dire ”qualche preghiera per l’Italia”, il premier Enrico Letta è salito al Quirinale per studiare le mosse insieme al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. E davanti ad ”un clima di evidente incertezza politica”, il Capo dello Stato definisce ”risolutivo” il voto di fiducia alle Camere, a partire da mercoledi’.
I numeri di una nuova maggioranza si verificheranno solo in Aula ma nel Pdl è in atto un terremoto politico: mentre Silvio Berlusconi punta già dritto al voto, i suoi 5 ministri si dissociano dalla deriva ”estremista e radicale” e il partito, dove i falchi sembrano aver preso il sopravvento, è spaccato. Nella crisi al buio, dopo la decisione del Cav di ‘dimissionare’ la delegazione Pdl al governo, chi ha le idee chiare è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Siamo in una fase un po’ criptica – ammette durante la sua visita a Napoli – Io cercherò di vedere se ci sono le possibilità per il prosieguo della legislatura”. E cita il precedente del secondo governo Prodi, quando il Professore senza dimettersi andò alle Camere a chiedere la fiducia, come possibile via di uscita. Perchè l’unica preoccupazione di Napolitano è la necessità ”di stabilità e continuità nella direzione politica del Paese e nel funzionamento delle istituzioni parlamentari” per risolvere i problemi gravi del paese.