PIEDIMONTE MATESE – Sono cinquemila, di cui 2500 disabili gravissimi, le persone non autosufficienti potenzialmente assistibili ma ne sono servite solo 84. E’ il dato drammatico che si trova nella relazione allegata al piano sociale dell’ambito C4 (capofila Piedimonte Matese e dell’ambito intercomunale sanitario n.15 redatta da Francesca Palma (coordinatrice ufficio di piano del C6) ed Emilio Filetti, direttore del distretto matesino-caiatino-alifano.

Una cifra che testimonia la situazione di durissima criticità che sta angustiando un anello chiave dei servizi sociali e sanitari e dell’assoluta carenza di fondi tanto da far scrivere che “il servizio Adi(assistenza domiciliare integrata ndr) attualmente erogato sulla base delle risorse disponibili è totalmente insufficiente a soddisfare il reale fabbisogno” in termini di raggiungimento della copertura dei servizi domiciliari integrati riguardo alle persone con grave disabilità. Il dato stimato risulta dall’applicazione della metodologia statistica usata dal Censis e da ministero della salute circa la percentuale di non autosufficienti e questo in relazione ai due ambiti territoriali( C6 e C10 con Pietramelara) ora unificati nel C4. La relazione è parte integrante della documentazione trasmessa alla regione ed all’Asl in merito agli adempimenti informativi e di monitoraggio applicativo della legge regionale n.15/12 e del decreto interministeriale di riparto delle risorse del fondo nazionale a beneficio dei disabili gravissimi( le regioni sono impegnate –obbligate ad alimentare questo fondo). “Sulla base delle schede registrate nel Sina ( sistema informativo nazionale non autosufficienza) dai due ex ambiti confluiti nel nuovo ambito C4 si può effettuare una prima stima del fabbisogno- ossia del numero di persone non autosufficienti che necessitano di servizi integrati domiciliari, che sono pari a 574 unità) nonché del numero di persone non autosufficienti già assistete dall’ambito pari a 411” è scritto nella relazione ma si ha cura di rilevare che si tratta di un dato sottostimato se confrontato con la metodologia usata dal Censis e dagli uffici ministeriali nazionali.Ecco perché si chiedono maggiori risorse dalla regione.

Michele Martuscelli

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui