di Ginorossi
Non poteva certo mancare in questa rubrica un omaggio a Paul Simon, uno dei più grandi autori della musica americana per un duplice avvenimento. Il tredici ottobre ha festeggiato i settant’anni durante i quali ha fatto la storia della musica in America.
Come non ricordare ‘Mrs. Robinson’, commento sonoro del capolavoro ‘Il Laureato’, il film che ha lanciato il giovane attore Dustin Hoffman nell’olimpo di Hollywood? La sua carriera musicale inizia nelle scuole americane esibendosi con il suo amico Art Garfunkel come duo. Prosegue all’università, dove inizia a incidere i suoi brani “folk” sempre in compagnia del suo amico formando un sodalizio che durerà fino agli anni settanta. Il duo Simon & Garfunkel negli anni ha un grande successo grazie ad albums molto belli che sono dei veri e propri capolavori.
Oltre la citata ‘Mrs. Robinson’ vi sono da ricordare brani che hanno fatto cantare intere generazioni di giovani: ‘The sound of silence’, ‘America’, ‘The bridge over trouble water’, Hearts and bones’, ‘I am the rock’, ‘El condor pasa’ per citarne solo alcuni tra i più belli e famosi. Poi come detto nel 1970 il duo si scioglie e Paul Simon inizia la carriera di solista ripubblicando tutti i successi conseguiti con Garfunkel, fino a quando nel 1986 incide Graceland. Il secondo avvenimento è riferito proprio a questo formidabile album che l’undici ottobre ha compiuto venticinque anni dalla sua pubblicazione.
Dopo la fine del sodalizio con Garfunkel, in verità, se la passa abbastanza male. Le vendite in calo, il recente divorzio dalla moglie, portano Paul al punto più basso della sua carriera, ma come avviene per i grandi, riesce a sfruttare un’occasione. Per caso un amico nel 1984 gli regala una cassetta di un album intitolato ‘Gumgoots: Accordion jive hits vol. II’, un disco realizzato da musicisti sudafricani. L’ascolto di quest’album gli cambia la vita perché lo porta a scrivere Graceland il suo settimo disco da solista. Si trasferisce a Johannesburg e inizia a registrare i brani con musicisti del luogo.
Lì per lì il disco non è accolto benevolmente dalla critica, ma come si sa a volte, il pubblico è molto più intelligente e lungimirante: l’album vende ben quattordici milioni di copie diventando uno dei più grossi successi di vendita. Graceland è entrato a far parte della storia della musica non solo per la bravura di Simon e l’evidente qualità dei brani, ma perché è stato forse il primo album che ha saputo accogliere altre culture e influssi musicali che avrebbero in seguito dato vita al fenomeno mondiale della ‘World Music’ continuata poi da Peter Gabriel, Roy Cooder, David Byrne. Il motivo principale dell’ostracismo iniziale verso l’album è dovuto al fatto che con la sua iniziativa Simon rompe l’embargo che allora vige anche in campo musicale oltre che economico contro il regime di ‘apartheid’ del governo sudafricano.
Paul Simon collabora invece molto liberamente con i musicisti di quel paese, registrando il disco sul posto e presentandolo finanche in Sudafrica. L’album però, è molto criticato anche perché non parla di apartheid, ingiustizie e razzismo, critiche si riveleranno sbagliate, poiché l’album è completamente intriso di cultura sudafricana, di suoni africani, prodotto con collaboratori africani. Fatto sta che con quest’apertura musicale verso il Sudafrica solo in seguito si capisce come questo lavoro abbia contribuito alla sconfitta dell’apartheid, facendo giustizia delle assurdità delle critiche e delle pretese di tenere separate le razze oltre a dimostrare la possibilità per un bianco di imparare molto dai neri. Graceland, che significa letteralmente ‘terra di grazia’, è il nome della grande villa di Elvis Presley a Memphis, oggi museo, e in onore al primo grande artista del rock, nel brano è indicato come un luogo dove recarsi in pellegrinaggio nei momenti di crisi.
Gli undici brani dell’album sono un crescendo formidabile di ritmi e nuovi suoni, uno più bello dell’altro a partire dal brano che da il titolo all’album: ‘Graceland’ fino a ‘I know what I know’, ‘The boy in the bubble’, ‘Diamonds on the sole of her shoes’, ‘You can call me Al’ che sono delle vere e proprie perle. Una delle più significative è a mio avviso ‘Gumboots’ il brano che rende omaggio al titolo del disco regalatagli dall’amico, arrangiato in puro stile jive sudafricano (musica di strada di Soweto). Simon in questo lavoro ha saputo mettere in gioco la sua cultura musicale fondendola a quella sudafricana senza snaturarsi. Se si confrontano, infatti, le interpretazioni dei brani precedenti con questi si nota lo stesso stile di canto una voce dolce, calda, pacata piena però di ritmo. Cambiano invece i suoni, le atmosfere, il sound.
Via tutto il modo di arrangiare e orchestrare i brani in stile occidentale; via gli assoli di chitarra; via le tastiere che sono sostituite dalla fisarmonica e dai fiati (trombe principalmente). Le percussioni, la batteria, il basso, la chitarra qui contribuiscono non solo al ritmo, ma formano un tutt’uno con la base armonica dei brani. Ne viene fuori un mix di musica assolutamente nuova che ancora oggi viene imitata e che fa tutt’ora scuola. Tra i vari strumentisti impegnati nelle registrazioni bisogna evidenziare la partecipazione del gruppo corista ‘Ladysmith Black Mambazo’ di etnia Zulu e quella del grande trombettista jazz Hugh Masekela.
Si può dire infine, che da quell’intuizione di venticinque anni fa ne è venuto fuori un capolavoro per la novità musicale, la bellezza dei brani, per i ritmi e il grande feeling che trasuda dall’album nel suo complesso. Per celebrare questo 25° anniversario Paul Simon ha in programma di festeggiare l’album con un tour e il progetto prevede per il prossimo anno l’uscita di un cofanetto con il relativo video. Nel frattempo a luglio è ritornato in Sudafrica, dove si è esibito con Hugh Masekela e Ladysmith Black Mambazo, si dice che anche questo materiale sarà incluso nel prossimo cofanetto celebrativo.
Nel 2006 il famoso settimanale ‘Time’ ha incluso Graceland nei migliori 100 album di tutti i tempi. Intanto l’ultima grande apparizione dal vivo di questo piccolo grande artista è avvenuta a New York l’undici settembre 2011 in occasione della commemorazione dell’attentato alle Torri Gemelle dove ha eseguito, accompagnandosi con la sola chitarra, ‘The sound of silence’ facendo emozionare tutto il mondo.
Artista: Paul Simon
Titolo: Graceland
Genere: World Music
Anno: 1986
Etichetta: Warner Bros.
TRACKLIST:
1.The boy in the bubble
2.Graceland
3.I know what I know
4.Gumboots
5.Diamonds on the sole of her shoes
6.You can call me Al
7.Under african skies
8.Homeless
9.Crazy love vol.II
10.That was your mother
11.All around the world or the myth of the fingerprints