E’ partita anche nella Sanità pubblica della Campania quella che viene definita un’autentica rivoluzione dell’angioplastica: a più di 10 anni dal primo intervento con gli stent medicati, la nuova frontiera nelle malattie coronariche e nella lotta all’infarto è oggi un dispositivo bioriassorbibile BVS (Absorb), non più una struttura metallica, come gli stent, bensì un polimero che per alcuni mesi mantiene le stesse caratteristiche meccaniche di un metallo, ma che si riassorbe fino a scomparire, entro 36 mesi, lasciandola così l’arteria libera da un impianto permanente. Dal settembre 2012 in Italia ne sono stati impiantati più di 3000.

“La Campania è tra le regioni leader per l’utilizzo di questo dispositivo ad oggi ne sono stati impiantati oltre 500 – spiega il dottor Ciro Mauro, primario della Divisione di Cardiologia – Utic della A.O. Cardarelli di Napoli e Delegato regionale Gise, società italiana di cardiologia invasiva – che tra i vantaggi, dimezza il rischio che il vaso si chiuda di nuovo e svincola il paziente dall’obbligo di assunzione per tutta la vita delle terapie antiaggreganti”. Il BVS è particolarmente indicato in pazienti al di sotto dei 60 anni, donne diabetici. “Secondo i dati GISE degli ultimi 4 anni la Campania – spiega Mauro nel corso della presentazione dei recenti risultati conseguiti dalla branca – è sicuramente tra le regioni italiane che ha fatto di più e meglio per colmare il ritardo che la separava in termini di angioplastiche primarie, cardiopatie congenite e trattamento percutaneo delle patologie valvolari. Non c’è dubbio che il trend positivo per la nostra regione (talvolta in controtendenza rispetto all’andamento nazionale) comporti un’inversione di tendenza”.

Al meeting hanno partecipato i centri di emodinamica della Regione Campania che stanno utilizzando l’innovativo BVS frutto della ricerca Abbott sono: Dipartimento ad Assistenza Integrata di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze Cardiovascolari Azienda Ospedaliera Federico II (prof. Bruno Trimarco e Giovanni Esposito); Divisione di Cardiologia Cardarelli di Napoli; Dipartimento di Cardiologia A.O. dei Colli di Napoli (dott.Giulio Bonzani); Reparto di Cardiologia della Seconda Università degli Studi di Napoli (dott. Maurizio Cappelli Bigazzi); Unità Operativa di Cardiologia Interventistica-Emodinamica Moscati, Avellino (dott. Emilio Di Lorenzo); Cardiologia Interventistica-Emodinamica S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno (dott. Pietro Giudice). Tutti i centri campani sono coinvolti nello studio italiano SICI-GISE su 1.000 pazienti in oltre 50 centri ospedalieri italiani per 5 anni.

 

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