Prosegue il nostro viaggio alla ricerca dei gruppi emergenti campani, realtà da scoprire, che ha come finalità quella di avvicinare voi lettori ai contesti underground che circolano nella nostra regione,  meritevoli di  una ben maggiore visibilità.

Cominciamo dai “New york New york”, formati nel 2010 dal duo Christian Colamonici e Vincenzo Valletta.
Come da loro stessi dichiarato “il nostro progetto è un enorme frullatore dove ogni ingrediente è ben accetto poiché viene triturato, scompaginato e ricomposto in una nuova forma, senza porsi nessun vincolo in fase di registrazione.” I due, oltre ad avere all’attivo la partecipazione al Kaleidoscope Festival, una delle rassegne più importanti nel contesto della musica elettronica, vantano l’onore di aver condiviso il palco con artisti del calibro di Dakota Days, Oval e Bomb The Bass e suonando come gruppo spalla per gli My Awesome Mixtape. Le loro sonorità si affidano a numerosi generi e influenze, viaggiando con disinvoltura attraverso il punk rock e quello progressive, la french touch ( sottogenere della musica house ), il synth –pop e la  new wave. Di quest’ultimo, in modo particolare, riprendono le tematiche musicali, tracciando disegni melodici mediante l’uso costante di sintetizzatori che avvicinano i nostri alle atmosfere puramente elettroniche del Gary Numan di “Pleasure”. La loro spiccata tendenza alla sperimentazione non dà particolari punti di riferimento in “un collage sonoro che mescola taglienti linee di synth, suoni per bambini, atmosfere da rave e musica psichedelica”. Aspetto, tra l’altro,  palesemente  evidenziato in brani come  “Cinnamon swirl” di softcelliana memoria e “Wasted”, in cui il ritmo incalzante di tastiere campionate e chitarre distorte riesce a cogliere un senso profondo di cupezza  in contrapposizione al mondo consumistico odierno in un caleidoscopio di molteplici suoni. La capacità dei “NY NY ” risiede in una forte spinta creativa che coniuga sapientemente l’approssimazione del punk e lo stile consapevole, irruente ma nel tempo stesso delicato della new wave rielaborati in un apollineo equilibrio messo in risalto da questa intelligente combinazione di stili, riuscendo a dimostrare una buona sintesi tra melodia e rumore.

Componenti del gruppo: Christian Colamonici: chitarre, synth, lead vocal; Vincenzo Valletta: synth, back vocal.

 

I Novaroots, invece, nascono nel 2005 con una formazione diversa da quella attuale. Il gruppo agli inizi è propenso ad un tipo di musica di stampo acustico arrangiando brani tradizionali con un tipo di sonorità che non ricalca il modello dell’originale. Nel 2009 avviene la svolta. La formazione cambia e vengono inseriti 2 nuovi cantanti provenienti da due ambienti musicali diversi, dal jazz e dal dub reggae. Progressivamente avviene anche la pulitura del loro stile con l’inserimento, nelle loro canzoni, di distorsioni, delay, elettronica e melodie varie.  L’intento è quello di rivisitare la musica appartenente alle nostre radici e tradizioni, come la pizzica e la tammurriata, accostandola ad altri generi, come il rock classico, i riff elettronici, l’impiego di sonorità dub e a venature psichedeliche. Inoltre annoverano, oltre all’uscita prossima di un Ep  che  metterà in risalto il sound elettronico e dub trovato con molti sforzi, la partecipazione al meeting del mare del 2010, festival campano riconosciuto e seguito in tutta Italia, che vedeva la presenza di artisti di fama nazionale come Eugenio Bennato ed Elio e le storie tese, e in quello del 2011,  anno che ha consacrato definitivamente colleghi del genere come gli Africa Unite e Caparezza. Grazie a queste apparizioni i Novaroots vengono richiesti in serate e manifestazioni varie, come dimostra il “Radio entropia indie festival”, dove suonano Zulù, membro storico dei 99 Posse e i Ministri. È interessante notare nei  pezzi come “A sud” e “Lu rusciu te lu mare” come gli argomenti trattati si mettano al servizio di una spiccata immediatezza musicale che rifugge da contesti pseudo intellettuali e che predilige il contatto con la natura, colta nei suoi suoni più poetici. Un viaggio che ripercorre le terre del nostro amato Sud raccontando storie passate riproposte con grande fascino in una continua evoluzione sonora in cui domina un senso di forte evocazione. Aspetto che aumenta la loro capacità di tenere insieme sonorità eterogenee senza  dimenticare, al contempo, l’impegno sociale ed umanitario.

 

Componenti del gruppo: Fabio Mancini: voce e chitarra; Elda Salemme: voce; Davide Di Benedetto: synth e macchine; Emiliano Radice: basso; Luca Valenziano: tamorre e percussioni.

 

Fulvio Pannone

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