Trecento millimetri in poco più di 12 ore, dalla mezzanotte alle 13 di ieri, un terzo della pioggia che in media cade sulla città in un anno. E’ un autentico tsunami quello che si è abbattuto su Genova. Un ‘monsone tropicale’, con tanto di tuoni, fulmini e raffiche di vento

che ha fatto tracimare fiumi e torrenti e ha trasformato in un fiume d’acqua e di fango le strade del capoluogo della Liguria, colpita per la seconda volta dalla natura a soli dieci giorni dall’alluvione che ha messo in ginocchio il Levante. I morti accertati al momento sono sei, tra cui due bambine, rispettivamente di appena uno e otto anni, e una ragazza di 19. A differenza di quarant’anni fa, questa volta ad uccidere non è stato il Bisagno, ma un suo affluente, il Feraggiano. Ieri alle ore 12 un volontario appostato sul suo argine, ha segnalato che tutto era in regola. Il suo livello è “giallo basso”, che nel linguaggio della protezione civile vuol dire che non è necessario evacuare la zona.

Diciassette minuti dopo è un inferno d’acqua: “ciò che è accaduto in un quarto d’ora tra le 12 e le 12.17 è il risultato di una pioggia intensa monsonica – spiega il sindaco di Genova, Marta Vincenzi – uno tsunami che nel giro di 17 minuti ha fatto esondare un muro d’acqua”. Sono passate da poco le 13 in via Feraggiano, a Genova, quando l’androne del civico 2/b si trasforma in una trappola mortale. La donna albanese Shpresa Djala, madre di Janissa Diann, di 1 anno, e Gioia, di 8 anni, è all’angolo della strada, ma piove troppo. Con le figlie cerca rifugio in quell’androne.

Muoiono tutte. Insieme a loro altre due donne: Angela Chiaramonte, 40 anni, che viveva nel condominio, e Evelina Pietranera, 50 anni, edicolante che vendeva riviste e giornali poco più in là. Fuori da quell’androne una ragazza di 19 anni, Maria Costa, detta Serena, più o meno nello stesso momento ha trovato la morte in strada. Era uscita di casa per andare a prendere il fratello di 14 anni a scuola. I due sono stati travolti dall’onda di piena a bordo del loro motorino. Il ragazzo si è salvato, lei no. Nel bilancio ufficiale dell’alluvione genovese per alcune ore è risultato anche un giovane di 21 anni, S.C..

Attorno sua morte, però, il mistero: le forze dell’ordine non erano in grado di affermare con certezza se il decesso fosse stato causato dal maltempo o meno. Poi dopo alcune ore, grazie a una segnalazione alla Questura del quotidiano Corriere Mercantile, la buona notizia: il giovane è a casa, indaffarato a rispondere su Facebook agli amici preoccupati per lui. La settima salma segnalata all’obitorio dell’ospedale San Martino è risultata essere di una persona deceduta indipendentemente dall’alluvione. La pioggia che cade a intermittenza non darà tregua ancora per diverse ore.

L’allerta meteo cesserà soltanto alle ore 12 di domenica. Il comune ha vietato, dalle 6 di stamattina e fino a cessate esigenze, la circolazione delle auto private. Nel Levante alluvionato la scorsa settimana si attende con paura un nuovo peggioramento delle condizioni meteo. Rinviata la partita di serie A tra Genova e Inter che si sarebbe dovuta disputare alle 12.30 di domenica nello stadio Luigi Ferraris, anche quello allagato. E’ polemica per la mancata chiusura ieri delle scuole. Il Pdl ha esplicitamente attaccato il sindaco, Marta Vincenzi. “Con le scuole chiuse – sostiene il partito – la tragedia si poteva evitare”. “Polemica inutile”, ha replicato il sindaco.

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