“Ritengo non più tollerabile la scellerata strumentalizzazione a mio danno delle affermazioni del ‘pentito di mafia’ Carmine Schiavone, nonché la stumentalizzazione della sua persona attraverso la sua assidua partecipazione nei programmi dell’emittente La7”.
E’ quanto dice, in una dichiarazione, Paolo Berlusconi. “Servizio Pubblico, infatti – aggiunge il fratello di Silvio Berlusconi, editore de ‘Il Giornale’ – nelle scorse settimane, senza alcuna verifica delle fonti o possibilità di replica, ha avvalorato a mio discapito le false, farneticanti ed infamanti dichiarazioni dell’ex mafioso Schiavone. Dichiarazioni riguardanti i gravissimi reati, non solo ambientali, commessi in Campania dalla associazione a delinquere da lui guidata, in danno di tutta la popolazione del territorio, per la cui grande sofferenza, peraltro, egli mostra in televisione assoluto spregio, sostenendo addirittura che ‘l’omertà’ di parte dei cittadini li renderebbe perfino corresponsabili dei delitti di cui si è macchiato il suo gruppo criminale”. “Le parole dell’ex mafioso Schiavone, pertanto – aggiunge Paolo Berlusconi – non avrebbero dovuto e non dovrebbero trovare alcuna ospitalità né risonanza mediatica, tanto più in quanto assolutamente false, e men che meno all’interno di trasmissioni quali Servizio Pubblico e Linea Gialla, che ha ripreso le accuse, questa volta a non meglio specificati imprenditori del nord, ma evidentemente riallacciandosi alle precedenti interviste mandate in onda su Servizio Pubblico in cui si faceva espresso riferimento a Paolo Berlusconi . Trasmissioni che ben dovrebbero conoscere i principi cardine che regolano la professione del giornalista, tra cui la seria verifica delle fonti ed il diritto di replica”. “Per tali ragioni – prosegue l’imprenditore – difenderò la mia persona e le mie aziende dalle infamanti, farneticanti e fantasiose accuse del signor Schiavone e da coloro che ne hanno veicolato le affermazioni diffamatorie, tutelando anzitutto la mia immagine e la mia onorabilità nelle opportune sedi, interessando di tali fatti anche la Magistratura penale, e dimostrando in tali occasioni l’imperdonabile e forse non casuale errore di addebitare ad una mia società, del tutto estranea, un reato commesso, se provato, da una società semplicemente omonima. Con tanti complimenti al giornalismo d’inchiesta de La 7”.