Una vera scuola di pizzaioli per dare un’opportunità a ragazzi che si trovano negli istituti di pena minorili, ma anche a giovani napoletani che vivono in condizioni di disagio e che sono a rischio.

É la ‘Pizzeria dell’Impossibile’, nata dal progetto ‘Finchè c’è pizza…c’è speranza’ realizzato dall’associazione Scugnizzi di Napoli in collaborazione con la catena di ristorazione Fratelli la Bufala, Comune di Napoli, Regione Campania, il Dipartimento di Giustizia minorile in Campania e la Curia di Napoli. L’iniziativa è nata nel 2010 con la realizzazione di una scuola di pizzaioli all’interno dell’istituto di Nisida e, con il tempo, si è aperta alla città. L’associazione, infatti, ha avuto in comodato d’uso dal Comune di Napoli un locale in via de Blasiis che, una volta ristrutturato, è ora sede della scuola di pizzaioli. Una scuola che mette subito i ragazzi alla prova. Il locale – come spiegato da Antonio Franco, presidente dell’Associazione – all’ora di pranzo apre le porte a famiglie disagiate a cui gratuitamente vengono servite le pizze preparate dai giovani pizzaioli. Quest’anno a seguire il corso sono in 12, equamente divisi tra giovani degli istituti minorili e ragazzi disagiati. Nel corso degli anni precedenti – secondo i numeri riferiti – sono stati avviati al lavoro complessivamente 14 ragazzi. ”Grazie a questa esperienza – ha detto Franco – anche alcuni ragazzi che erano a Nisida oggi invece lavorano sia in Italia che all’estero, segno che la battaglia si può vincere”.

”Questi progetti – ha sottolineato Vincenza Abbondante direttore U.S.S.M. Napoli – sono indispensabili perchè ci danno l’occasione di offrire ai ragazzi possibilità per avviare attività regolari e per dare loro delle opportunità che non hanno avuto nella loro esperienza di vita. Il fatto reato può rappresentare per loro anche un modo per ricominciare e per sperimentarsi rispetto alle loro capacità”. Un progetto che ha visto scendere in campo la catena Fratelli la Bufala spinta – come ha evidenziato Giuseppe Marotta presidente del Gruppo – dalla volontà di ”dare un’opportunità ai giovani napoletani che purtroppo possono perdersi fin dalla giovane età e invece noi vogliamo offrire loro l’occasione di guadagnare soldi imparando un mestiere”.

 

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