Il confronto dei tre candidati alla segreteria regionale del Pd Campania parte dal caos liste, dai ritardi nella consegna avvenuta, per due dei tre, oltre le venti di sabato scorso. Michele Grimaldi chiede “scusa ai cittadini per la pessima figura, io che ho rispettato le regole provo rabbia a sentire che quel ritardo è giustificato”. Assunta Tartaglione, espressione della corrente renziana, precisa però che “i garanti hanno deciso di respingere il ricorso” e quindi è meglio mettere da parte le polemiche e “smetterla di mantenere posizioni autolesioniste”. Per Guglielmo Vaccaro, area Letta, che tiene a far a sapere che lui ha accumulato solo “mezz’ora di ritardo” e parla di “svarione organizzativo”, è “mancata la politica”. “Un’organizzazione nazionale degna di questo nome – dice – il giorno dopo avrebbe mandato un responsabile per comprendere cosa fosse realmente accaduto”. Messe da parte le schermaglie organizzative, i tre hanno dimostrato di condividere un punto: il “disastro” dei trasporti in Campania. Dito puntato contro Sergio Vetrella, assessore ai trasporti della Regione, che, per Vaccaro, “deve essere condannato ai mezzi pubblici a vita”.

“È dalle esigenze dei cittadini che occorre partire – afferma Tartaglione – non è possibile incontrare quotidianamente difficoltà per recarsi in città”. Grimaldi, il più giovane tra i candidati democrat, sostiene che “i pendolari perdono ogni volta un po’ di dignità quando si ritrovano a viaggiare in carri bestiame”. Critiche le loro posizioni anche nei confronti del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, responsabile, secondo Tartaglione di “immobilismo: dice che la colpa è del passato, ma la sua è un’autoassoluzione”. Per Grimaldi, invece, “è assurdo che riscuota tanto gradimento visto che si è comportato come un macellaio sociale”. Per Vaccaro, “Caldoro è uno che non decidendo non sbaglia”. Indice puntato anche contro una opposizione che lascia a desiderare in Consiglio regionale da parte del gruppo Pd, verso cui non sono mancate parole dure. Un gruppo consiliare reo di fare “un’opposizione scarsa” quando non addirittura “assente”. Grimaldi asserisce che “il Pd invece di denunciare quello che non va, fa piccole operazioni di cabotaggio clientelare per far salire il consenso e tace di fronte a fatti come la Soresa e le nomine del cda della Gori e di Laboccetta”.

Non sono più miti le parole di Vaccaro e della Tartaglione. Lei, però, parla di “un momento di sbandamento” del gruppo consiliare “che ha avuto difficoltà perché alle spalle non c’era il partito”. Mentre Vaccaro evidenzia un’opposizione “non proprio eccellente” e ricorda che in 4 anni, in Consiglio ci sono stati 4 capigruppo “uno all’anno”. Sulla Gori, la candidata renziana spiega che di fronte a quanto accaduto, “serviva una presa di posizione netta del segretario uscente che invece non ha fatto niente”. L’idea di partito? Stop ai doppi incarichi, a gettoni presenza, rimborsi elettorali per i gruppi e incompatibilità incarichi politici e amministrativi per Grimaldi; squadra di lavoro da presentare già venerdì prossimo, un organismo di cittadini un organismo che sia interlocutore del partito e il segretario che trascorra almeno due gironi a settimana a stretto contatto con i consiglieri regionali per Vaccaro; un rinnovamento del partito che sia migliorare il suo funzionamento e il recupero del partito con elettori, iscritti, militanti per Tartaglione.

E alla fine, l’appello al voto. Grimaldi, pur riconoscendo la legittimità delle altre proposte, le etichetta comunque come “contigue al passato”; Tartaglione, oltre a ricordare che in caso di vittoria sarebbe la prima donna segretario, elemento che di per sé, “è già innovativo”, assicura il superamento del “correntismo”; Vaccaro pensa a un “arricchimento della politica, fondamentale per migliorare le condizioni di vita dei cittadini”.

 

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