Una cinquantina di cittadini del quartiere Sanita’ di Napoli e’ tornata a protestare contro la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale San Gennaro. In prima linea mamme e anziane hanno occupato simbolicamente l’ufficio della direzione dell’ospedale San Gennaro dei Poveri, richiedendo al direttore sanitario di esprimersi contro la chiusura del pronto soccorso, ottenendo, pero’, una risposta negativa.
Il pronto soccorso chiudera’ i battenti il prossimo 30 novembre, lasciando – e’ scritto in una nota del comitato che si sta battendo contro la chiusura della struttura – oltre 100mila persone senza un riferimento certo di primo soccorso. Il provvedimento e’ stato varato dal nuovo piano sanitario della Regione Campania, che prevede l’accorpamento del San Gennaro e dell’Ascalesi nel futuro Ospedale del Mare, collocato all’interno della zona rossa a rischio sismico e vulcanologico del Vesuvio e che per ora – viene sottolineato nella nota – ”resta ancora sulla carta, perche’ sotto inchiesta della magistratura che ha coinvolto 12 persone tra funzionari della Regione e dell’Asl Napoli 1, manager e responsabili delle aziende”. Inoltre, dopo la chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale Incurabili e del Cto , l’ unico pronto soccorso rimasto in zona e’ quello dell’ospedale Cardarelli che gia’ soffre di sovraffollamento. Un corteo e’ stato indetto dal comitato per il giovedi’ 17 novembre il quale partira” alle 18 dall’Ospedale San Gennaro e per sfilare per le vie del quartiere Sanita’. ”Chiediamo che sulla vicenda si esprimano il presidente della Regione, Stefano Caldoro, e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris”, conclude la nota del Comitato popolare contro la chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale San Gennaro.