CASTELLAMMARE DI STABIA – Nella ricorrenza dell’8 marzo, festa della donna, l’équipe della Rianimazione dell’ospedale San Leonardo, di Castellammare di Stabia – composta da medici, infermieri e ausiliari – è stata protagonista di un bel gesto di umanità e di bontà: si è recata a casa delle proprie pazienti seguite in assistenza domiciliare per fare gli auguri con un emblematico mazzo di mimose. Si tratta di donne giovani o di media età, affette da malattie inguaribili, che sopravvivono grazie a un respiratore automatico: molte sono coscienti, alcune in coma vegetativo, tutte assistite a casa da una task-force di medici e infermieri della Rianimazione che si prendono cura regolarmente di queste pazienti, con la collaborazione delle famiglie. L’Asl Na 3 Sud, oltre al personale specializzato, fornisce apparecchiature, farmaci, materiali in modo da realizzare a casa una vera e propria mini-rianimazione.

La direzione strategica dell’ASL Napoli 3 ha profuso molte energie finanziarie ed umane per fare in modo che l’assistenza domiciliare ai pazienti critici sia realizzata a livelli qualitativi elevati a dispetto dei tagli alla sanità. Infatti, questo modello organizzativo vincente è tra i primi in Italia anche a fronte del fatto che non tutte le ASL, anche quelle tradizionalmente all’avanguardia, erogano questo tipo di assistenza. Il dr. Aniello De Nicola, direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, dichiara: “Essere vicini alle nostre pazienti e alle loro famiglie in questo giorno di festa è una cosa dovuta. Ritengo che il successo dell’assistenza domiciliare dei pazienti critici non è legata tanto ad una particolare nostra eccellenza o maestria, ma deriva unicamente dalla dedizione e dall’impegno quotidiano di quanti, insieme a noi, si impegnano a salvare vite umane. Queste donne sono eroine che lottano quotidianamente e ci hanno insegnato che la determinazione è l’arma vincente per superare ogni difficoltà. Molto è stato fatto in questi anni ed ancora altro bisogna fare per migliorare gli aspetti burocratici in modo da minimizzare ancor di più le sofferenze di queste donne e delle loro famiglie”. Oltre all’équipe della rianimazione che coordina le cure, vengono coinvolti anche neurologi, nutrizionisti e cardiologi in modo da poter fornire alle pazienti un’assistenza sovrapponibile a quella ospedaliera ma con il comfort e l’affetto che solo l’ambiente familiare può dare.

 

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