“Come il razzismo anche il sessismo, se da volgare battuta da bar sale nelle sfere politiche rappresentative, se si esprime nel Parlamento, se, usando blog e siti, si diffonde legittimato da fonti autorevoli, diventa un virus duro da estirpare”. Giorgio Napolitano, nel corso della celebrazione della festa dell’8 Marzo al Quirinale, mette in guardia dall’uso distorto delle nuove tecnologie e del web.
“Alle aggredite, in quanto donne, non si fanno mancare insulti e minacce a sfondo sessuale”. Per il Capo dello Stato, “non bisogna minimizzare questi episodi, tanto piu’ gravi quanto piu’ colpiscono avversarie in politica, e comunque donne nelle istituzioni (e ne abbiamo avuto in Italia esempi ignobili come gli insulti e le minacce contro la presidente della Camera)”. E ancora. “Troppo spesso si sente dire che il tema delle pari opportunita’ e’ superato – ha osservato il Capo dello Stato – perche’ viviamo gia’ in una condizione di uguaglianza giuridica e materiale fra i sessi. Ovviamente non e’ vero”. “In particolare, non lo e’ in Italia – ha sottolineato Napolitano – dove riconoscimenti e successi femminili crescenti nell’istruzione si traducono solo in parte in una maggiore presenza nei vertici delle varie professioni e soprattutto non bastano a produrre tassi di attivita’ comparabili a quelli di altre economie avanzate”. Contro la violenza “serve un formidabile impegno educativo fin dai primi anni di istruzione. Servono leggi e serve un’azione capillare”. L’Italia gia’ prima della legge del 2013 che si muove sulle direttrici della convenzione di Instabul per il contratto della violenza di genere “ha messo in campo importanti misure di contrasto e di prevenzione”, ha detto ancora il presidente Napolitano.