Con un decreto a firma del presidente Stefano Caldoro, la Regione Campania rilancia e riorganizza il sistema degli screening oncologici. La decisione si inserisce nel quadro degli interventi previsti per l’ applicazione del Registro Tumori in Campania ed amplia l’ attività che da tempo la Regione Campania ha avviato su tutto il territorio regionale. L’attività di prevenzione parte da tre dei principali tumori che colpiscono la popolazione italiana, ovvero il cancro della cervice uterina, della mammella e del colon retto. Il decreto, in accordo con il piano di rientro, ridisegna il modello organizzativo relativo ai programmi di screening oncologico per queste tipologie tumorali. In particolare:

•screening della mammella: il test va effettuato ogni 2 anni e quindi mediamente è necessario raggiungere tramite invito ogni anno la metà della popolazione totale, viene fissato al 30% per il primo anno l’obiettivo di adesione della popolazione target della Campania e il restante al secondo;

•screening della cervice uterina: il test va effettuato ogni 3 anni, quindi mediamente è necessario raggiungere tramite invito ogni anno un terzo della popolazione. L’obiettivo è del 17% per il primo anno, del 34% di adesione per il 2° anno, e del resto per il terzo;

•screening del colon-retto: per il primo anno è sufficiente l’attivazione del programma aziendale.

Il test va effettuato ogni 2 anni e quindi mediamente è necessario raggiungere ogni anno la metà della popolazione. L’obiettivo è fissato al 25 % di adesione per il primo anno e il resto al secondo. Presso la Direzione generale della Salute sarà attivato un Coordinamento regionale dei programmi di screening per ogni azienda sanitaria, che opererà in raccordo funzionale con il Coordinamento regionale dei Registri Tumori. Per la realizzazione di quanto programmato sono state erogate, in origine, risorse regionali per l’attuazione degli studi di fattibilità elaborati dalle Asl, e successivamente utilizzate le quote di finanziamento allo scopo destinate dal Ministero della Salute per il suo ampliamento e potenziamento e per la copertura di tutto il territorio regionale. Il decreto stabilisce infine dei meccanismi di premialità per le Asl che raggiungono le migliori performance. I direttori generali avranno diritto alla indennità di risultato in base alla loro capacità di raggiungere gli obiettivi.

 

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