Proprio come tutti gli altri oggetti che si usano quotidianamente anche l’auto sta diventando sempre più ‘smart’, e in un futuro molto prossimo saranno in grado di capire se il guidatore è stanco, è distratto, ha bevuto e persino se è nervoso, una condizione che può aumentare il rischio incidenti. A capire l’umore di chi si mette al volante è un prototipo di ‘scatola nera’ presentato dall’Ecole Politecnique di Losanna, che lo sta mettendo a punto con una casa automobilistica francese, ma sono ormai molti gli esempi, anche italiani, di tecnologie pronte a migliorare la sicurezza. Il dispositivo svizzero consiste in una telecamera dietro il volante collegata ad un algoritmo per il riconoscimento facciale, che per i primi test si è concentrato solo su irritazione e disgusto, anche se in futuro verrà ‘allenato’ anche a capire la stanchezza e la distrazione sempre attraverso il volto. Al computer è stato ‘insegnato’ a riconoscere le espressioni con una serie di foto, quindi il dispositivo è stato testato con successo su alcuni video.

”Le tecnologie per il riconoscimento facciale sono molto promettenti, ma al momento la loro efficacia non è ottimale, bastano delle ombre per ‘imbrogliare’ il computer – commenta Antonio La Gatta, un ingegnere che insieme al chirurgo Gianfranco Azzena ha inventato una scatola nera in grado tra le altre cose di percepire se il guidatore ha bevuto troppo -. Questi dati potrebbero funzionare se accoppiati ad esempio a quelli presi da un accelerometro sullo stile di guida”. I tempi sono ormai pronti, spiega La Gatta, perchè le ‘scatole nere’ abbiano una diffusione molto più ampia. ”Dal punto di vista della tecnologia ormai non ci sono più problemi, e una direttiva europea in discussione potrebbe renderle obbligatorie sulle auto nuove entro il 2015 – spiega -. Quella che abbiamo realizzato noi misura il tasso alcolico ed è in grado di non far partire l’auto se i livelli sono elevati, ma anche 14 diversi indici sullo stile di guida, compresi due legati alla personalità e alle ‘emozioni’, ricavate non dall’immagine del pilota ma dalle caratteristiche della guida. Serve una normativa chiara, che in Italia non c’è ancora”. Le auto ‘smart’ potrebbero fare molto per diminuire gli incidenti. Secondo i dati Istat la distrazione è la prima causa di sinistri in Italia, con il 16%, mentre un terzo degli incidenti mortali è dovuto alla guida in stato di ebbrezza.

 

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