In alcuni Comuni della cosiddetta Terra dei Fuochi si registra un aumento dei tumori, in prevalenza di polmone e colon retto, ma secondo gli esperti sono necessari altri dati prima di stabilire un legame tra questi dati e la presenza degli inquinanti. E’ quanto emerge da uno studio eseguito dall’equipe di Epidemiologia dell’istituto nazionale tumori ”Pascale” di Napoli, diretta da Maurizio Montella e coordinata dal direttore generale del Pascale. Gli esperti avvertono che, al momento, ”i dati disponibili non permettono di trarre considerazioni conclusive riguardo una possibile correlazione tra aumento dei tumori e potenziali inquinanti”. Secondo i ricercatori ”per comprendere quanto stia avvenendo sarebbe utile uno studio specifico in grado di stabilire connessioni precise fra alterazioni bio-molecolari, esposizione a sostanze tossiche e stile di vita nei singoli tumori”. Con lo studio, presentato oggi in anteprima al Tgr della Campania, è stata eseguita una vera e propria mappatura, suddividendo i comuni in varie fasce. L’obiettivo dello studio, si legge in una nota, è quello di valutare gli eccessi di mortalità oncologica per i comuni della Terra dei fuochi (ma il lavoro è stato esteso anche ad altri comuni della provincia) rispetto alla regione Campania. I dati di mortalità comunali sono stati ottenuti dall’Istat suddivisi per causa di morte, età (quinquenni), sesso e comune di residenza. Il confronto della mortalità dei singoli comuni rispetto alla Campania intera è stato ottenuto calcolando i tassi di mortalità standardizzati per età con il metodo diretto (usando la popolazione mondiale). ”Per valutare eventuali eccessi di mortalità sono stati calcolati i rapporti standardizzati di mortalità (X100) (SMR) – prosegue la nota – e relativo intervallo di confidenza al 95%, usando come riferimento la regione Campania nei trienni 2000-2002 e 2006-2008”.