Immobili, quote societarie e altri beni, per un valore complessivo al momento non precisato, sono stati sottoposti a sequestro preventivo dalla Gdf in esecuzione di un decreto del gip di Napoli. I beni sono ritenuti nella disponibilità del boss Gennaro Marino, da tempo detenuto, e dei suoi familiari, attraverso l’interposizione di prestanome. Gennaro Marino, di recente condannato a 16 anni di reclusione, è ritenuto tra gli artefici della scissione nel clan Di Lauro che, a partire dal 2004, provocò la sanguinosa faida di Scampia. Un fratello del boss, Gaetano Marino, fu ucciso nell’agosto del 2012 in un clamoroso raid di morte sulla spiaggia di Terracina. Le indagini della Gdf hanno permesso di individuare parte del patrimonio economico del clan: sono state individuate tre società che gestivano impianti di distribuzione del carburante a Napoli – nel quartiere Posillipo – e ad Arzano, due bar e due società di import-export di prodotti di elettronica. Tra i beni sequestrati anche una società immobiliare intestata al cognato di Marino e una autovettura blindata utilizzata per gli spostamenti in città dei familiari del boss detenuto-