La mini-serrata dei balneari. Gli ombrelloni hanno aperto solo alle 9:30, due ore dopo l’inizio ufficiale, in seguito alla mancata risposta del governo entro la pausa estiva alla richiesta di un intervento normativo sull’annosa – e irrisolta – questione delle concessioni. Ma la categoria si spacca: se Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno imboccato la strada della mobilitazione, altre sigle come Assobalneari, Federbalneari e Cna si sfilano, parlando di “iniziativa spot”. Le locandine della protesta sono affisse in bella vista negli stabilimenti, mentre gli altoparlanti scandiscono il messaggio che annuncia la mini-serrata di oggi, con gli ombrelloni aperti due ore più tardi del previsto, alle 9.30. Lo sciopero dei balneari di oggi dopo la mancata risposta del governo entro la pausa estiva alla richiesta di un intervento normativo sull’annosa – e irrisolta – questione delle concessioni. Ma la categoria si spacca: se Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno imboccato la strada della mobilitazione, altre sigle come Assobalneari, Federbalneari e Cna si sfilano, parlando di “iniziativa spot”. “Se dall’Europa ci danno l’ok chiudiamo dopo 15 anni il percorso”, rassicura intanto il vicepremier Matteo Salvini, spiegando che il negoziato è su “prelazione per le uscite, indennizzo per chi farà altre scelte e anche una proroga” per permettere al settore di organizzarsi. “Non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità. Per questo migliaia di aziende associate ad Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare si asterranno dallo sciopero”, fanno sapere i presidenti Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, convinti che la via maestra sia “sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano”, secondo cui il 67% delle coste è disponibile al libero mercato. “Lo sciopero è solo un’iniziativa spot”, concorda il presidente di Federbalneari, Marco Maurelli: “Con grandissima difficoltà – fa notare – il governo sta cercando di mettere in ordine le idee. Serve una riforma che scongiuri una terza sentenza della Corte di Giustizia che ingesserebbe il sistema, una norma di riordino che garantisca la competitività in un quadro però di tutela del sistema turistico balneare italiano”. E il coordinatore di Cna balneari Cristiano Tomei è convinto che “alla protesta vada preferito il dialogo”. Non accetta “il gioco di dividere la categoria” Antonio Capacchione, presidente del Sib: “Sarà uno sciopero gentile. A chi non ritiene di aderire dico: scegliete un’altra iniziativa, ma non fare nulla è sbagliato”. E alle associazioni dei consumatori, dal Codacons all’Aduc all’Unc, contrarie alla protesta, replica: “Chiuderemo gli ombrelloni dalle 7.30 alle 9.30, le due ore mattutine in cui di solito c’è pochissima gente. E ai pochi ospiti offriremo caffè, brioche, io in Puglia darò pane e pomodoro e frutta. Se penalizziamo gli utenti? Ma lo facciamo anche per loro. Con le gare al rialzo succederà quello che è successo a Jesolo, dove hanno tolto le spiagge ai vecchi concessionari ed è arrivato Mr.Geox che ha raddoppiato le tariffe” . “Non è uno sciopero di bandiera, è nell’interesse generale della categoria”, concorda il presidente di Fiba, Maurizio Rustignoli, ricordando che la sua federazione con il Sib “rappresenta in Italia quasi il 90% degli operatori balneari” e stimando un’adesione all’80% per la protesta. Se gli ombrelloni apriranno con due ore di ritardo, negli stabilimenti tutti i servizi saranno comunque garantiti, dal salvamento – con i bagnini operativi – ai servizi igienici, alle docce. Con qualche iniziativa creativa, come un brindisi con i calici alzati a Rimini. Il nodo resta la procedura di infrazione europea che pende sull’Italia, accusata di non aver ancora fatto partire le gare sulle concessioni prevista dalla direttiva Bolkestein. La riassegnazione deve avvenire entro la fine di quest’anno, ma mancano all’appello criteri nazionali e gli enti locali si stanno avviando a mettere a punto le procedure per conto proprio. I negoziati con Bruxelles sono in corso, ma un portavoce dell’esecutivo Ue ha precisato ieri che “il parere motivato” spedito a Roma a novembre “è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue”. Il dossier sarà affrontato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, hanno fatto sapere fonti dell’esecutivo. Secondo il Sole 24 Ore, l’ipotesi sul piatto potrebbe essere una proroga delle concessioni fino al 2030 nelle Regioni in cui la percentuale di occupazione delle spiagge è inferiore al 25%. Intanto la protesta degli ombrelloni è diventata virale e ha attirato l’attenzione della stampa internazionale. “Abbiamo acceso un faro”, dice Rustignoli. “Era l’unico modo per farci ascoltare: abbiamo fatto una manifestazione, il 2 giugno abbiamo distribuito locandine in tutti i bagni, nessuno ci ha ascoltato. Ora invece tutta Europa ne parla”, sorride Capacchione. “Se il governo e il Parlamento vanno in ferie, noi chiudiamo gli ombrelloni”, questo lo slogan dello “sciopero gentile”, come lo chiama il concessionario dello stabilimento Belsito ad Ostia e responsabile Fibe – Confcommercio di Roma, Moscara Edoardo. Alla protesta, lidi chiusi dalle 7.30 alle 9.30, sul litorale romano ha partecipato la quasi totalità dei balneari. “Il governo non ci ha fatto capire cosa succederà a ottobre a 30 mila imprese italiane, sono due anni che ci dicono di aspettare, vogliamo delle risposte – spiega Moscara -. Chiediamo delle regole chiare per il nostro futuro”. Il nodo resta la procedura di infrazione europea che pende sull’Italia, accusata di non aver ancora fatto partire le gare sulle concessioni prevista dalla direttiva Bolkestein. La riassegnazione deve avvenire entro la fine di quest’anno, ma mancano all’appello criteri nazionali e gli enti locali si stanno avviando a mettere a punto le procedure per conto proprio. I negoziati con Bruxelles sono in corso, ma un portavoce dell’esecutivo Ue ha precisato ieri che “il parere motivato” spedito a Roma a novembre “è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue”. “Noi lavoriamo da anni con un bene pubblico, paghiamo un canone deciso non da noi ma dal governo e abbiamo investito per anni nelle nostre strutture, quello che chiediamo è che ci venga riconosciuto un ‘valore aziendale’ se ci verrà chiesto di lasciare tutto”, conclude Moscara. Nel giorno dello sciopero “per il futuro incerto delle concessioni”, protesta dimostrativa simbolica questa mattina, con un flash mob in mare, facendo risuonare delle trombe che hanno richiamato l’attenzione dei bagnanti, di una rappresentanza di una decina di stabilimenti balneari del Lungomare di Fiumicino. “Non abbiamo voluto creare disagi e privare di servizi gli utenti – hanno detto i rappresentanti delle attività balneari riuniti nella neo costituita Rete di Imprese del Lungomare della Salute di Fiumicino – Nessuna apertura ritardata di due ore od ombrelloni chiusi ma un flash mob con un’uscita a mare in pattino da parte dei bagnini di salvataggio”. “Abbiamo aderito con un flash mob in mare allo sciopero per focalizzare l’attenzione sul grave momento d’incertezza legislativa che coinvolge l’intero comparto dei balneari a livello nazionale. L’ossatura portante della nostra rete e’costituita dagli stabilimenti storici che, da anni, danno lustro e fruibilità alle nostre spiagge con servizi di balneazione sempre più attenti alla soddisfazione finale dei clienti”, ha detto il presidente Marco Lepre. Lo sciopero dei balneari ha visto in Versilia aderire uno stabilimento balneare su quattro, stima su cui pesa la serrata totale dei bagni di Lido di Camaiore, i cui gestori hanno deciso di aprire gli ombrelloni alle 9,30 a differenza degli altri colleghi di Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta, Viareggio che non hanno aderito alla protesta. A Viareggio, a sorpresa rispetto agli annunci della vigilia, circa 20 bagni si sono uniti allo sciopero. I clienti più mattinieri comunque potevano aprirsi l’ombrellone da sé e l’assistenza dei bagnini era garantita. Anche i balneari che hanno protestato in Verislia hanno ammesso che è un modo per fare pressione al Governo e cercare di trovare una linea guida comune per tutti, visto che la scadenza del 31 dicembre 2024 si sta avvicinando. C’è apprensione fra i gestori per la scadenza delle concessioni demaniali e anche questa mobilitazione ha inteso porre ancora una volta l’attenzione sulla questione. È iniziato lo sciopero dei balneari marchigiani che hanno aderito alla manifestazione nazionale degli operatori di settore che chiedono di fare chiarezza sulle concessioni in scadenza a fine anno. Ombrelloni chiusi, quindi, fino alle 9,30 di questa mattina. Intanto nella notte è arrivata una novità, come racconta Marco Scarpetta, vicepresidente dell’associazione balneari di Civitanova Marche: “Stamani ci è stato comunicato che il governo avrebbe espresso, ai nostri rappresentanti di categoria nazionali, l’intenzione di prendere in mano la vicenda già dai primi di settembre e quindi gli altri due scioperi in programma il 19 e il 29 agosto, al momento sono stati revocati”. Resta in atto lo sciopero di stamani, con i balneari che continuano a chiedere “certezze per le nostre aziende, le nostre famiglie, i nostri dipendenti e anche per i nostri clienti che da anni scelgono i nostri stabilimenti”, spiega Scarpetta. Nelle Marche oltre il 50% degli operatori hanno aderito alla manifestazione. Un flop lo sciopero dei balneari indetto per oggi da alcuni sindacati di categoria, con adesioni al di sotto delle attese e organizzazioni totalmente divise sulla serrata. Lo afferma il Codacons, “associazione da sempre impegnata nel monitoraggio degli stabilimenti balneari. Il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati. – spiega il Codacons – Al di là delle istanze della categoria, che chiede giustamente certezze sul proprio futuro, proclamare scioperi nel bel mezzo della stagione estiva si conferma una scelta sbagliata, bocciata sia dai consumatori sia dagli stessi gestori. E proprio in tema di stabilimenti balneari il Codacons, associazione che da anni monitora ufficialmente i listini praticati sul nostro territorio, ricorda come le tariffe di lettini, sdraio, ombrelloni, cabine, ecc. abbiano subito costanti rincari nel corso degli ultimi anni, al punto che oggi il business dei lidi produce un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro all’anno. In linea generale per affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento standard, la spesa media in Italia si attesta tra i 32 e i 35 euro al giorno, con forti differenze sul territorio: in alcune spiagge del Lazio si va dai 20 ai 25 euro ma se ci si sposta di pochi chilometri, arrivando ad esempio a Sabaudia, servono dai 45 euro ai 65 euro, che arrivano a 90 euro a Gallipoli e toccano i 120 euro in alcune località della Sardegna. In Toscana prezzi molto diversificati: per due lettini e un ombrellone in uno stabilimento medio si spende da un minimo di 27 euro a un massimo di 70 euro al giorno. Se poi si scelgono spiagge di lusso, la spesa supera i 500 euro al giorno e può arrivare a sfiorare i 700 euro”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui