Se non si conosce il procedimento della stampa si ignora in che modo nasce un libro o un giornale. L’arte tipografica e la tecnica giornalistica camminano di pari passo, l’una contaminando l’altra e viceversa. La conoscenza di entrambe è alla base di un buon prodotto. Poi c’è lo studio, la capacità di analisi, la bravura, la continua esercitazione della scrittura, ovvero le qualità personali, che fa emergere un buon giornalista da uno meno bravo, che distingue una firma da una buona o discreta penna. Ma al fondo, dunque, è sempre la padronanza della tecnica che non può assolutamente mancare. E la tecnica si impara, la tecnica insegna a fare.

“Da tempo nell’Ordine dei Giornalisti andiamo affermando che solo ‘facendolo’, ovvero confezionando il giornale, si può davvero capire a fondo il complesso mondo dell’informazione”, scrive nella prefazione Giovanni Fuccio, consigliere nazionale dell’Odg e referente del concorso “Fare il giornale nelle scuole”.

“Non serve a nulla – continua Fuccio – scaricare nelle scuole, come fanno molti grandi editori, migliaia di copie dei loro giornali per darli in pasto, in modo asettico, ai nostri giovani. Cosa diversa è ‘il fare’. Arricale con questo suo prezioso libro ‘Fare il giornale a scuola’, così completo, preciso e puntuale sotto ogni aspetto, si muove nella giusta direzione perché fornisce tutti gli ‘attrezzi’ necessari per confezionare un giornale. Ma ci avverte anche che è sempre necessario sapere da dove veniamo per guardare al futuro. E così traccia opportunamente in modo sintetico ma esaustivo, una storia dell’evoluzione della stampa dall’origine ai nostri giorni. Insomma ci troviamo di fronte ad  un libro che aiuta i giovani a crescere ed a formarsi”.

E, tuttavia, va detto: Antonio Arricale va oltre il titolo del suo libro “Fare un giornale a scuola”; illustra la sociologia del processo comunicazionale, percorre tutto il cammino fatto dalla stampa – da Gutenberg in poi – scava nei meandri della storia i particolari dell’invenzione e, infine, perviene ai sofisticati mezzi tecnologici che l’evoluzione dell’elettronica ha messo oggi a disposizione dell’umanità.

È un excursus storico di grande interesse, che inquadra la genesi della stampa in un contesto culturale che da primordiale diventa evoluto, dando l’immensa dimensione di ciò che è stato il cardine della trasmissione del sapere ed elevazione dei popoli.

Scopo del libro di Arricale è quello di arrivare a portare elementi di conoscenza concreta del meccanismo della stampa, intesa come giornale e come libro, a studenti della scuola dell’obbligo, ai docenti, agli aspiranti giornalisti che si avviano a percorrere le tappe della professione, frequentemente digiuni delle basi teoriche e delle esperienze pratiche suggerite nel manuale.

Il proposito di fornire conoscenze a favore degli alunni medi è lungimirante. Per insegnare il giornalismo della carta stampata occorre farne materia scolastica e ovviamente disporre di docenti preparati che, in un mondo ingarbugliato dalla multimedialità, operino non soltanto per la tradizione delle lettere attraverso lo strumento classico del libro o della carta stampata, ma suscitino interessi culturali durevoli, tali quali solo il mezzo stampato ha potuto sempre fornire.

Si sa che la bella scrittura è figlia della buona lettura. È compito dei docenti elevare i livelli di fruibilità attraverso la conoscenza delle regole.

Il manuale di Arricale nella sua densa articolazione è in grado di proporre e promuovere la crescita

dei livelli di conoscenze teorico-pratiche dei discenti e di tutti gli appassionati della professione giornalistica. Sia per acquisizione delle nozioni fondamentali (non vi sono domande, dalle più generali a quelle più specifiche e tecniche, che rimangano senza risposta) sia per l’opera di tutoraggio che un manuale del genere può svolgere nei confronti di aspiranti giornalisti.

Riflettendo sui “bisogni” degli studenti, il Manuale indica modelli di scrittura (a cominciare dal tema) e offre preziosi consigli riguardanti la scelta e l’analisi della traccia, la formulazione della scaletta, la stesura della brutta copia, l’elaborazione della chiusa, la verifica e, infine, la rilettura e stesura definitiva.

E’ auspicabile che manuali come “Fare il giornale a scuola” di Arricale trovino la giusta collocazione, per l’interesse che la scuola stessa dovrebbe avere a dare competenza ai giovani discenti in materia di stampa e di scrittura, letteraria e giornalistica.

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