La delegazione Caritas Giordania è arrivata in Campania: ad accoglierli ad Acerra, il Delegato Regionale di Caritas Campania Don Carmine Schiavone e tutta l’equipe di Caritas Acerra, oltre ai volontari e agli operatori provenienti da altre Caritas campane. Lo scopo pratico di questo scambio di esperienze (che è la prosecuzione del viaggio all’inverso che qualche settimana fa una delegazione di Caritas Campania ha fatto in Giordania) è continuare a confrontarsi sulle strategie di contrasto alla povertà per “contaminare” modelli diversi di approccio alle problematiche sociali, per poi lavorare su percorsi di accoglienza condivisi. Un giro nel centro storico di Acerra, tra bellezze e contraddizioni, una pizza e il sorriso dei giovanissimi volontari e animatori della Caritas: è il volto autentico di questa terra, da cui sono stati subito abbracciati gli operatori Caritas provenienti dalla Giordania che si fermeranno in Campania per una settimana. “La povertà da noi per le emergenze ambientali ed educative e quella da loro per altri fattori tra cui la vicinanza di luoghi teatro di guerra in questo momento storico come in passato, produce la medesima povertà di futuro e di speranza – ha affermato Mons. Antonio di Donna, Vescovo di Acerra e Presidente della Conferenza Episcopale Campana – L’accoglienza delle nostre sorelle e dei nostri fratelli di Caritas Giordania è quindi un momento per costruire modelli di cooperazione internazionale nella lotta ai vari tipi di povertà” “Nessuno sarà benefattore dell’altro, ma insieme saremo benefattori nella nostra missione comune, unendo le nostre forze: cooperare per creare nuovi modelli di contrasto alle diverse forme di povertà che ogni giorno dobbiamo affrontare” – ha il Delegato Regionale di Caritas Campania, Don Carmine Schiavone. “È un onore per noi poter accogliere Caritas Giordania qui ad Acerra a nome della Delegazione Caritas Campania – ha affermato Vincenzo Castaldo, Direttore Caritas Acerra – qualche settimana fa noi siamo stati in Giordania, ed è bellissimo adesso ricambiare l’accoglienza completando il mosaico di esperienze che ci consentirà di costruire nuovi e più forti ponti di pace e collaborazione”.

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