Alla fine il giorno del green pass è arrivato. Da ieri gli italiani, così come gli ospiti di alberghi e strutture ricettive del Belpaese, devono adeguarsi alle disposizioni che regolano il passaporto verde. La certificazione che consente di accedere ai musei, partecipare ad eventi e manifestazioni, consumare bibite e cibo ai tavoli delle sale interne di bar e ristoranti. Il lasciapassare per la ripresa della socialità. L’agognato passo in avanti verso il ritorno alla normalità ancora più importante per quelle località dove i ritmi quotidiani sono scanditi dal via vai dei turisti e dalla movida notturna. A Sorrento, capitale dell’accoglienza della Campania e del Mezzogiorno, già alcuni giorni fa lo chef stellato ed assessore al Turismo, Alfonso Iaccarino, in un’intervista si diceva favorevole all’obbligo del green pass in modo da «offrire un ambiente sano a tutti, ai clienti, al personale, a noi stessi che viviamo il lavoro in maniera partecipata: chi non si vaccina deve sapere che non potrà frequentare locali». I titolari di bar e ristoranti della Costiera in questi giorni si sono dovuti adeguare alle norme imposte dal governo per farsi trovare pronti all’appuntamento. L’introduzione del certificato verde, però, potrebbe avere anche ricadute negative. Approccio più semplice per quanto riguarda i bar di Sorrento e dintorni, la maggior parte dei quali dispone di tavoli all’aperto dove non è necessario esibire la certificazione per sedersi a consumare. Tutto liscio per i musei ed i luoghi d’arte e cultura. Villa Fiorentino, la sede della Fondazione Sorrento, ospita nelle proprie sale mostre ed eventi, mentre nel parco circostante si organizzano spettacoli.