Entro il 2015 lo stabilimento Lamborghini di Sant’Agata Bolognese sara’ ad impatto zero di CO2. E’ l’obiettivo finale di una serie di programmi avviati da Lamborghini in tema di sostenibilità ambientale in cui si inserisce l’inaugurazione, questa mattina, di un nuovo parco alberato a Sant’Agata Bolognese

che fa parte dell’iniziativa ‘Lamborghini per la biodiversità – Progetto di ricerca Foresta di Querce’, uno studio sperimentale sulla biodiversità realizzato in collaborazione con il Comune di Sant’Agata Bolognese e le Università di Bologna, Bolzano e Monaco di Baviera. A pochi giorni dall’apertura del Salone dell’Auto di Francoforte, dove Lamborghini sarà presente con una nuova supercar ad alte prestazioni legata al mondo delle competizioni, la Casa di Sant’Agata dimostra efficacemente anche il suo impegno nell’ambito ambientale. “Questo progetto – ha dichiarato Stephan Winkelmann, presidente e AD di Lamborghini Automobili – si inserisce in una serie di programmi avviati da Lamborghini in tema di sostenibilità ambientale. Abbiamo inaugurato agli inizi del 2010 un grande impianto fotovoltaico che ha consentito di abbattere il 30% delle emissioni di CO2 dello stabilimento. Ed ottenuto, per tutti i siti produttivi, le certificazioni ambientali ISO 14001 ed EMAS. Continueremo su questa strada – ha ribadito Winkelmann – e stiamo infatti portando avanti azioni che permetteranno allo stabilimento di Sant’Agata Bolognese di essere neutrale in termini di emissioni di CO2 entro il 2015”. L’inaugurazione del Bosco Lamborghini è avvenuta alla presenza del sindaco di Sant’Agata Bolognese, Daniela Occhiali, dei professori Giustino Tonon ed Enno Uhl, rappresentanti delle Università partner, e di Frank Dreves, Direttore di produzione di Audi AG. Il progetto, avviato a fine dicembre 2010 con la piantumazione della prima quercia, ha previsto la messa a dimora di oltre 10.000 giovani piante di quercia (Quercus robur) in un’area di circa 70.000 metri quadri nel comune di Sant’Agata Bolognese in via San Benedetto, quale studio sperimentale volto all’analisi delle relazioni tra piante, loro densità, clima e CO2. Il progetto si basa sull’adozione di uno schema d’impianto originale: la porzione più significativa dell’area è stata piantumata secondo due grandi cerchi di oltre 100 metri di diametro, ciascuno costituito da 14 anelli concentrici di raggio crescente a partire dal centro di ciascun cerchio. In questo modo le singole piante hanno uno spazio di crescita variabile da 0,1 a 200 metri quadri, così da riprodurre situazioni di densità su una porzione di terreno relativamente modesta, se paragonata a quella di una foresta. Il progetto avrà inoltre un favorevole impatto sul territorio, in quanto la piantagione di querce assorbirà nel corso del ciclo vitale delle piante una quantità di CO2 pari a circa 6000 tonnellate. Il progetto si affianca a quello avviato da Audi a fine 2009 presso la Foresta di Koeshing vicino a Ingolstadt, dove ha sede l’azienda, e verrà ripetuto in altri Paesi europei, presso altri stabilimenti produttivi Audi. L’iniziativa assumerà presto una valenza mondiale, essendo prevista la sua estensione anche a siti extra-europei dove hanno sede altri impianti produttivi del Gruppo Volkswagen.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui