Ecco la versione di greco tradotta dal sito Studenti.it. Si tratta di un brano di Aristotele dal “De partibus animalium” dal titolo: ‘Non il caso ma la finalita’ regna nelle opere della natura’. “Non si deve nutrire un infantile disgusto verso lo studio dei viventi piu’ umili: in tutte le realta’ naturali v’e’ qualcosa di meraviglioso.

E come Eraclito, a quanto si racconta, parlo’ a quegli stranieri che desideravano rendergli visita, ma che una volta entrati, ristavano vedendo che si scaldava presso la stufa di cucina (li invito’ a entrare senza esitare: ‘anche qui – disse – vi sono dei’), cosi’ occorre affrontare senza disgusto l’indagine su ognuno degli animali, giacche’ in tutti v’e’ qualcosa di naturale e di bello.” E prosegue: “Non infatti il caso ma la finalita’ e’ presente nelle opere di natura, e massimamente: e il fine in vista del quale esse sono state costituite o si sono formate, occupa la regione del bello. Se poi qualcuno ritenesse indegna l’osservazione degli altri animali, nello stesso modo dovrebbe giudicare anche quella di se stesso; non e’ infatti senza grande disgusto che si vede di che cosa sia costituito il genere umano: sangue, carni, ossa, vene, e simili parti. Similmente occorre ritenere che quando si discute intorno a una parte o a un oggetto qualsiasi non si richiama l’attenzione sulla materia ne’ si discute in funzione di essa, bensi’ della forma totale: si parla, per esempio, di una casa, ma non dei mattoni, della calce, del legno; e allo stesso modo – quando si tratta della natura – si parla della totalita’ sintetica della cosa stessa, non di quelle parti che non si danno mai separate dalla cosa stessa cui appartengono”.

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