La grande fuga si direbbe citando un vecchio film. Ma di finzione cinematografica qui c’é ben poco. Quello che c’é è solo la tragica consapevolezza che ogni anno il Sud Italia perde i suoi giovani migliori che scappano verso il Centro-nord.
A certificarlo è un lavoro dell’Ufficio studi dell’Istituto per ricerche e attività educative (I.p.e.) sui flussi migratori degli studenti universitari in Italia basata su dati del ministero dell’Istruzione. Il dato più rilevante dello studio “Migrazioni intellettuali e Mezzogiorno d’Italia” di Serena Affuso e Gaetano Vecchione, è che uno studente su cinque scappa dal Mezzogiorno, in media 24.000 giovani che ogni anno, dopo il diploma, decidono di iscriversi in un ateneo del Centro-Nord. E non solo. Sempre dalla ricerca emerge che i migliori laureati, circa 18 mila all’anno secondo i dati Svimez, trovano lavoro e si trasferiscono al Centro-nord. Si salvi chi può quindi da un Mezzogiorno avaro di opportunità e, a questo punto, anche povero di prospettive. Ogni anno, infatti, il Sud perde il 20% della sua popolazione universitaria potenziale, rivelandosi così incapace di attrarre studenti dalle regioni centro-settentrionali che migrano al Sud in meno del 2%. Più in generale, è scarsa la capacità degli atenei meridionali di attrarre studenti da fuori regione: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, nell’anno accademico 2010-2011, hanno attirato meno del 10% di immatricolati con un tasso di uscita elevatissimi, per esempio, pari al 40% per la Calabria e più del il 30% per la Puglia. E la Campania, negli ultimi dieci anni, non è riuscita a invertire il suo saldo migratorio negativo: rispetto ai quasi 34.500 diplomati campani che si sono iscritti all’Università nel 2010-2011, circa 5.000 scelgono di studiare fuori regione mentre i fuorisede e i pendolari provenienti da altre regioni sono poco più di 800, per lo più residenti in regioni limitrofe come Basilicata, Lazio e Calabria. Va meglio nelle Università dell’Abruzzo con una percentuale di iscritti di altre regioni del 47%, in Molise del 43% e in Basilicata del 20%. Un risultato, però, vanificato dai valori dei tassi di uscita: se l’Abruzzo ha perso più del 30% dei propri studenti, il Molise addirittura sfiora la quota del 60% e la Basilicata supera il 70%. La ricerca, condotta su dati dell’Anagrafe studenti del ministero dell’Istruzione, prende avvio dallo studio realizzato dall’I.p.e. nel 2010-2011 per il progetto ‘Studiare in Campania’, affidato alla Seconda Università di Napoli e che ha coinvolto tutti gli Atenei campani. Il volume estende l’analisi delle migrazioni ‘ante lauream’ agli ultimi dieci anni accademici e approfondisce il tema della mobilità ‘post lauream’, la cosiddetta fuga dei cervelli, presentando anche i risultati della prima indagine sull’occupazione e la mobilità degli Allievi della scuola di alta formazione e dei Residenti dei collegi I.p.e.