La scuola è fondamentale per la democrazia e va tutelata e protetta, ha scandito ieri il premier Mario Draghi. E oggi lo ribadiscono con forza i genitori dei bambini dell’Istituto comprensivo Gennaro Capuozzo di Napoli. Oggi in Campania tornano in presenza le scuole del primo ciclo dopo un giorno di Dad. Nonostante l’aumento dei contagi, il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso del governo e di alcuni cittadini contro l’ordinanza n.1/2021 della Regione Campania che stabiliva lo stop alle lezioni in presenza, fino al 29 gennaio, per materne, elementari e medie. «Assolutamente sì, perché i bambini hanno necessità di tornare in classe anche se siamo in crisi pandemica -racconta una mamma di un bambino della seconda elementare – I provvedimenti sono stati tardivi e manchevoli nelle dotazioni di sicurezza. I bambini devono essere dotati di Ffp2, i genitori se ne sono fatti carico. I bambini hanno bisogno di un diritto loro sacrosanto è quello del dell’istruzione». La didattica a distanza, una risorsa che ha permesso in piena pandemia, nell’immediatezza dettata dall’urgenza, di proseguire le lezioni e garantire agli alunni una certa continuità formativa in una situazione nuova, mai provata e decisamente sconcertante, ma col passare del tempo la dura realtà ha investito tutti, alunni e docenti. Il vero problema è che la Dad non unisce ma separa a differenza della scuola in presenza, quella “vera”, che avvicina, accomuna. «Per me la scuola è l’ultima cosa che va chiusa, nella scala delle priorità ci sono sicuramente salute e scuola ma una non è contrapposta all’altra – ribadisce un’altra mamma della scuola primaria del Centro Direzionale – Per i bambini piccoli di primaria seguire le lezioni in Dad diventa davvero complicato e al di là del discorso didattico c’è anche l’aspetto della socialità. A distanza di così tanto tempo, non possiamo ancora pretendere che ne facciano loro le spese. C’è stato un momento in cui si rendeva necessario, momenti difficili durante i quali tutti quanti abbiamo stretto i denti, i bambini in primis, ma adesso non è più il caso di far pagare loro le spese di tutto questo. La vita sta continuando, sta andando avanti con difficoltà, non può chiudere proprio la scuola». «I bambini fanno tutto, fanno sport, sono qui, al Centro Direzionale a giocare in strada, tanti senza le mascherine – racconta ancora una mamma della scuola d’infanzia dell’istituto Capuozzo – e per questo penso che il posto più sicuro sia la scuola. Perché vanno con le mascherine, hanno comunque una distanza di sicurezza di un metro e mezzo, anche due, seguire in Dad poi è difficilissimo, perché comunque non sono attenti, soprattutto per i bambini di tre anni è una tragedia».

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