L’architetto austriaco Gunther Domenig, autore assolutamente originale nel composito universo dell’architettura di fine Novecento, con un percorso artistico e professionale che si sviluppa nella sperimentazione utopistica a cui segue una fase espressionista, e’ morto ieri a Graz all’eta’ di 78 anni.
Nato a Klagenfurt nel 1934, Domenig si e’ formato con K. R. Lorenz a Graz, dove ha poi insegnato all’Universita’ Tecnica (1980-2000). Negli anni Settanta, lavorando con Eilfried Huth, ha progettato edifici improntati a uno zoomorfismo espressionista di cui e’ rimasta emblematica la sede della Austria Bank di Vienna (1974-79). Negli anni Ottanta e Novanta ha mantenuto una vena stilistica personale ed eterodossa, talvolta vicina al decostruzionismo, esercitando una notevole influenza sulle esperienze che hanno avuto come centro la Facolta’ di architettura di Graz. Sulla base di un progetto del 1977, dal 1986 al 1996 ha lavorato alla costruzione dello Steinhaus, la sua ”casa di pietra” a Steindorf, un’architettura in continua evoluzione diventata emblematica espressione di tutta la sua capacita’ immaginativa, dove la dimensione privata e pubblica si intrecciano. Tra le opere di Domenig si ricordano: la chiesa e il centro comunitario a Oberwart (1965-69); il complesso polifunzionale di Graz-Eggenberg (1974-77); l’ampliamento dell’Universita’ Tecnica di Graz (1983-93); la trasformazione in museo delle ferriere di Heft a Huttenberg (1991-95); gli uffici “Gig” a Volkermarkt (1996); la trasformazione dello Stadttheater a Klagenfurt (1995-97); la scuola d’arte di Munster (1995-97); il Centro di documentazione presso la sede dei raduni dell’ex partito nazista a Norimberga (1998); la realizzazione, con Hermann Eisenkock e Herfried Peyker, del T-Mobile-Center St. Marx a Vienna (2004).