E’ stata messa a punto la roadmap per lo sviluppo tecnologico del telescopio piu’ grande del mondo, l’European Extremely Large Telescope (E-Elt), dell’Organizzazione europea per le ricerche astronomiche nell’emisfero meridionale (Eso). La roadmap e’ stata definita dal comitato scientifico del progetto (E-Elt Project Science Team), che si e’ riunito in questi giorni.
Il progetto prevede la realizzazione, sulle Ande cilene, di un telescopio con uno specchio primario del diametro di 39,3 metri composto da 800 specchi esagonali del diametro di 1,45 metri e di cinque specchi secondari. ”Possiamo definire questo telescopio ‘l’ottava meraviglia’ del mondo, per tutte le sfide tecnologiche che comporta” ha osservato il presidente del Comitato scientifico di E-Elt, l’astrofisico Giuseppe Bono, dell’universita’ di Roma Tor Vergata e associato dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Oltre ad essere il piu’ grande telescopio mai realizzato, E-Elt, prosegue Bono, sara’ il primo telescopio costruito utilizzando ottiche adattive (che servono ad annullare le perturbazioni dell’atmosfera) non solo per lo specchio primario ma anche per i 5 specchi secondari. Questi serviranno a convogliare la luce dallo specchio primario sullo strumento di misura. I primi due strumenti operativi saranno gli ‘occhi’ di E-Elt, ossia la camera ad alta risoluzione spaziale e uno spettrografo bidimensionale. ”Per ora – ha spiegato Bono – e’ stata data priorita’ a entrambi, ma nei prossimi 5-6 anni di funzionamento sono previsti altri quattro strumenti con obiettivi scientifici differenti”. Un’altra grande sfida, ha aggiunto, sara’ realizzare il quarto dei 5 specchi secondari che avra’ un diametro di 2,5 metri per uno spessore di due millimetri, ”praticamente una membrana, che si avvarra’ di circa 6 mila attuatori che hanno lo scopo di deformare lo specchio per annullare l’effetto delle perturbazioni dell’atmosfera terrestre”. Il telescopio, gia’ in costruzione sulle Ande Cilene, ”si prevede – rileva Bono – sia operativo tra il 2023 e il 2024 e rappresenta un primato per l’Europa. Basti pensare che anche gli Stati Uniti hanno in progetto la costruzione di due grandi telescopi, ma del diametro di 24,5 e 30 metri, ben piu’ piccoli in confronto a E-Elt”. Uno degli scopi di E-Elt e’ identificare pianeti simili alla Terra intorno ad altre stelle. Il telescopio, che sara’ ‘puntato’ in particolare verso l’ammasso di galassie della Vergine (che dista da noi 50 milioni di anni luce) e l’ammasso della Chioma (a piu’ di 300 milioni di anni luce), misurera’ anche le proprieta’ delle prime stelle e galassie, investigando la natura della materia oscura e dell’energia oscura.