I cambiamenti climatici sono fortemente legati alla violenza umana in tutto il mondo: variazioni anche relativamente piccole della temperatura o del tasso di precipitazioni possono aumentare sensibilmente il rischio di conflitti umani. E questo sia nei tempi antichi, che oggi. Nei prossimi anni, addirittura, si potrebbe avere un aumento della violenza pari al 50%.
Lo rivela un nuovo studio condotto da ricercatori della University of California a Berkeley e di Princeton (Usa). I risultati, che coprono tutte le principali regioni del mondo e mostrano modelli simili in Brasile, Cina, Germania, Somalia e Stati Uniti, sono stati pubblicati oggi sulla rivista ‘Science’. Picchi di violenza domestica in India e Australia, aumento di aggressioni e omicidi negli Stati Uniti e in Tanzania; violenza etnica in Europa e in Asia meridionale, invasioni di terre in Brasile; azioni di forza da parte della Polizia in Olanda; conflitti civili ai tropici, e persino il crollo degli imperi Maya e cinese. Sono solo alcuni degli esempi di fenomeni legati ai cambiamenti climatici messi in luce dallo studio, che potrebbe avere implicazioni importanti per comprendere l’impatto delle future variazioni del clima sulla societa’: non a caso, le stime prevedono un aumento della temperatura globale di almeno 2 gradi Celsius nel prossimo mezzo secolo. “I risultati dello studio – dice Marshall Burke, co-autore dello studio e dottorando presso il dipartimento di Agricoltura e risorse economiche di Berkeley – suggeriscono che un aumento della temperatura globale di 2 gradi Celsius potrebbe far crescere il tasso di conflitti come le guerre civili, di oltre il 50% in molte parti del mondo”.