Catturata per la prima volta l’ombra di un singolo atomo. Si tratta di un atomo di itterbio, un metallo molto lucente, visibile grazie al contrasto prodotto dalla sua superficie colpita da un fascio di luce. Pubblicata su Nature Communication, la ricerca è stata coordinata da David Kielpinksi del Centro di dinamica quantistica della Griffith University di Brisbane, in Australia, e potrebbe rivelarsi molto utile per studiare la fisica che è alla base dei futuri computer quantistici ad un livello di dettaglio mai raggiunto finora.
“Si è trattato di riuscire a individuare un corpo molto piccolo guardando la sua ombra, in questo caso quella della più piccola delle particelle”, spiega Valerio Rossi Albertini dell’Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). “La particolarità di questa ricerca è la semplicità, l’atomo fluttua nel vuoto ed è agganciato ad una pinza evanescente, ovvero un altro fascio, che lo tiene in una posizione ben definita”. In pratica un fascio di luce, come il laser che si utilizza per le lavagne, i lettori CD o DVD, inonda questo piccolo oggetto, “la luce che esso cattura proietta un’ombra su uno schermo che valuta le variazioni dell’intensità della luce, quelle zona d’ombra o penombra dove il fascio ha intercettato parte della luce”. I ricercatori sono riusciti a dimostrare, in maniera riproducibile, che con un singolo atomo riescono sempre a individuarne la posizione, anche spostandolo. Una ricerca utile per ampliare le conoscenze della fisica atomica ed i possibili sviluppi sugli strumenti di calcolo quantistico. “Secondo le teorie quantistiche – conclude – le particelle possono essere in più posti simultaneamente e le informazioni tramite gli atomi potrebbero essere molto più dense, con l’utilizzazione dell’atomo per la memoria sarebbe più funzionale immagazzinare dati in spazi più compatti”.