E’ stata ricostruita per la prima volta la storia delle variazioni del campo magnetico terrestre negli ultimi 10.000 anni, grazie ai sperimentali raccolti nella regione artica. La ricerca internazionale, pubblicata sulla rivista Geochemistry Geophysics Geosystem, e’ coordinata dall’Italia attraverso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Il lavoro si basa sull’analisi di campioni di sedimenti marini provenienti dalla zona delle isole Svalbard, nell’area nord-occidentale del mare di Barents. Lo studio ha permesso di ricostruire la variabilita’ del campo magnetico terrestre durante l’Olocene, l’epoca geologica piu’ recente definita tra l’ultima glaciazione di circa 10.000 anni fa e oggi. ”I dati da noi raccolti – ha commentato Leonardo Sagnotti, primo firmatario del lavoro – rappresentano una nuova fonte di informazione sulla variazione secolare del campo magnetico terrestre alle alte latitudini settentrionali”. L’importanza di questi dati, ha aggiunto, deriva dalla regione da cui sono stati presi i campioni, che ricade all’interno di un cilindro immaginario parallelo all’asse di rotazione terrestre e tangente al nucleo interno della Terra. ”I nostri – ha aggiunto – sono i primi dati sperimentali ad alta risoluzione sulla variabilita’ del campo magnetico terrestre all’interno di tale cilindro tangente nel corso degli ultimi 10.000 anni”. I dati mostrano una variabilita’ in accordo con quella ricostruita da dati sperimentali raccolti nelle isole britanniche e nella penisola scandinava, nonche’ con le previsioni di un recente modello geomagnetico globale per gli ultimi 7.000 anni.