Uno Steve Jobs giovanissimo, vestito in giacca e papillon, appoggia su una colonnina un personal computer compatto come un cubo. Con movenze da prestigiatore tira fuori da una tasca un floppy disk, lo inserisce nel pc, lo avvia e stupisce una platea di oltre duemila persone che batte le mani come ad un concerto rock. E’ il 24 gennaio del 1984, il giorno in cui viene presentato ufficialmente al pubblico il primo computer Macintosh. La data è una pietra miliare nella storia dell’informatica poiché il dispositivo segna l’arrivo sul mercato del più rivoluzionario di tutti i computer, con mouse di serie (un bizzarro dispositivo per l’epoca) e di un innovativo sistema operativo ‘grafico’, con icone facili da capire – che oramai tutti conosciamo – come il cestino, la scrivania, le finestre, aprendo così l’uso del computer anche a persone non ferrate in informatica.
Ma è stato anche il primo pc ad avere un design ricercato (uno dei punti forti di Apple) e un grande successo commerciale, nonostante il prezzo non proprio popolare (2.495 dollari al debutto). L’anno successivo al lancio, il 1985, il Mac diede l’avvio a un’altra piccola rivoluzione. La combinazione del computer Mac, del programma PageMaker e della nuova stampante laser di Apple crearono infatti una soluzione a basso costo per l’editoria e la grafica pubblicitaria che ha rivoluzionato il settore. Il Macintosh, che ha avuto come capostipiti il computer Lisa (primo grande insuccesso Apple) e prima ancora l’Apple I e II, nati in un garage di Cupertino, ha pure dato il via ad una popolare famiglia di pc della Mela Morsicata (come l’iMac, l’iBook, il MacBook Air, il Mac mini, solo per citarne alcuni) che anche in tempi di crisi nera per i personal computer come quelli attuali dove i consumatori si spostano su tablet e smartphone, continua a tirar fuori delle perle come il recente e futuristico Mac Pro, una workstation professionale a forma di cilindro. Steve Jobs aveva lavorato e partecipato attivamente allo sviluppo del Macintosh anche perché doveva vedersela con due temuti e giovanissimi Bill Gates e Paul Allen della rivale Microsoft.
Dopo la sua visita al Parc, un centro ricerche di Palo Alto, in California, dove vide e trasse ispirazione dal primo computer con un’interfaccia grafica (Xerox Star), Jobs riuscì a creare una squadra di programmatori, progettisti e disegnatori senza precedenti. Una buona parte del team originario che sviluppò il primo Mac si ritroverà il prossimo 25 gennaio al Flint Center di Cupertino (California), lo stesso luogo dove per la prima volta il fondatore del colosso californiano presentò il Mac ad un auditorio di 2300 persone. Tra gli ospiti è previsto anche il regista Ridley Scott, autore dello spettacolare spot televisivo ‘1984’, liberamente ispirato al romanzo di George Orwell, che fu proiettato durante la pausa pubblicitaria del Super Bowl il 22 gennaio di 30 anni fa. Aveva come protagonista un’atleta femminile che gettava un martello contro l’immagine tv a schermo gigante di un dittatore, il Grande Fratello. “Capirai perché il 1984 non sarà come 1984”, recitava lo spot alla fine. Uno slogan ad effetto che in tempi di Datagate, forse nessuno più avrebbe voglia di usare.