Avere la pelle sensibile alle scottature solari potrebbe nascondere un ‘effetto collaterale’ positivo: essere piu’ protetti dal cancro al pancreas. E’ una delle conclusioni di un lavoro australiano presentato a Lake Tahoe, Nevada, alla conferenza dell’American Association for Cancer Research (Aacr) ‘Pancreatic Cancer: Progress and Challenges’.
La ricerca, coordinata da Rachel Neale del Queensland Institute of Medical Reserach, rileva minori probabilita’ di ammalarsi di tumore pancreatico per le persone nate in aree geografiche con livelli maggiori di radiazioni ultraviolette (rischio del 24% inferiore), per quelle con un fototipo piu’ sensibile al sole (-49%) e infine per chi ha alle spalle un tumore della pelle o altre lesioni cutanee (-40%). I nuovi dati, raccolti incrociando le rilevazioni effettuate su 714 persone reclutate a Queensland fra il 2007 e il 2011 e su 709 controlli, si inseriscono in un filone di studi controverso che riguarda i legami fra rischio di cancro al pancreas, esposizione al sole e livelli di vitamina D. Infatti “diversi studi ecologici, incluso uno condotto in Australia – ricorda Neale – hanno suggerito che chi vive in aree caratterizzate da un’alta esposizione al sole ha un minor rischio di tumore pancreatico. Tuttavia alcune ricerche sui livelli circolanti di vitamina D hanno indicato che le persone con livelli maggiori di questa sostanza hanno un rischio di cancro aumentato, come pure le persone che assumono quantita’ superiori” di ‘vitamina del sole’. Alla luce di questi dati contrastanti, “e’ importante chiarire i rischi e i benefici dell’esposizione al sole e dell’integrazione di vitamina D anche attraverso la dieta”, ritiene Neale che sollecita studi piu’ ampi in grado di fare chiarezza.