Il Tar della Campania ha giudicato illegittimi gli aumenti tariffari dell’acqua (circa il 15%) pagati nel 2011 dagli utenti dell’ATO 3 Campania, circa un milione e mezzo di abitanti distribuiti in 76 comuni dell’area Sarnese-Vesuviana. “I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dai Comitati riuniti nella Rete civica per l’acqua pubblica Ato3, insieme a Federconsumatori Campania e dal Comune di Visciano – dice l’avvocato Francesco Miani del Foro di Nola, legale che ha seguito la causa per conto dei tre soggetti ricorrenti – e, quindi, annullato l’aumento riconosciuto attraverso la delibera dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ente d’Ambito Sarnese-Vesuviano”.
In sostanza la Gori spa, che gestisce il servizio idrico in quell’area e che per effetto di quella delibera aveva applicato le maggiorazioni, è ora tenuta a restituire quanto illegittimamente percepito dai consumatori. “Nel ricorso – ha proseguito l’avvocato Miani – si è sostenuto che le voci di costo caricate in bolletta fossero in buona parte illegittime e, comunque, del tutto ingiustificate ed indimostrate. Si è accertato, quindi, che l’aumento risultava esclusivamente finalizzato a far fronte al deficit di bilancio accumulato dalla Gori spa per una gestione tutt’altro che efficiente del servizio idrico”. “La tariffa del servizio idrico, infatti, – precisa l’avvocato Miani – costituisce il corrispettivo del servizio effettivamente erogato e, conseguentemente, i cittadini-utenti non sono tenuti a sopportare i costi derivanti da una gestione inefficiente”. Il cospicuo aumento delle bollette dell’acqua deciso dall’Assemblea era stato, peraltro, deliberato senza la maggioranza richiesta dallo Statuto dell’Ente.