NOLA – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Salvatore Velardi responsabile della Cgil nell’area nolana sull’ospedale di Nola e l’Asl Na 3 sud “Da anni, a scadenze sempre più ravvicinate, l’attenzione dell’opinione pubblica è richiamata, grazie agli organi di informazione, da situazioni drammatiche sulle condizioni della nostra Sanità Regionale. L’Ospedale di Nola, ex fiore all’occhiello del territorio, mese dopo mese, continua a subire lentamente il peggioramento strutturale ed operativo, puntualmente denunciato da più parti. Esso vive condizioni di gravi difficoltà, nonostante il grande sforzo e la grande professionalità degli operatori e dei medici che vi operano.
Il tutto ricade ingiustamente sui cittadini nel momento di maggiore bisogno. Sarebbe ingiusto, però, denunciare quanto accade all’Ospedale di Nola senza avere un quadro più ampio di ciò che sta accadendo. Il Commissariamento della Sanità in Campania e l’assenza di progettualità della Regione evidenziano le gravissime sperequazioni tra singole Aree territoriali che si sono determinate negli anni passati e particolarmente aggravate nel corso degli ultimi due. Con l’ultima scelta organizzativa è nata l’ASL NA 3 Sud, con l’intento di razionalizzare le strutture, di risparmiare sulla spesa, di gestire meglio le risorse disponibili. Fummo facili profeti nel prefigurare che una scelta del genere non avrebbe corrisposto agli interessi del territorio e dei cittadini, ma avrebbe prodotto guasti e sperequazioni ancor più inaccettabili. L’ASL NA 3 SUD interessa un “bacino di utenza” di circa 1.150.000 abitanti (il più vasto in Campania e forse addirittura in Europa). Nonostante la riorganizzazione l’intera Area di competenza continua a non avere un Ospedale di 3° livello per l’emergenza (caso unico in Italia). Insomma da noi per il cittadino morire è più facile che altrove. I posti letto a fronte di una media generale di 2,9 posti letto per mille abitanti nell’ASL NA 3 SUD la media scende a 0,7. Si spiega, in questo modo, come mai la Sanità Pubblica in quest’Area è di circa il 30% a fronte di quella privata assestata al 70%. La riabilitazione è totalmente nelle mani del privato. Altro che sinergia. All’Ospedale di Boscotrecase sono stati assegnati 176 posti letto, ma a stento ne può contenere 90. All’ospedale di Nola sono stati assegnati 187 posti letto, ma non ne può contenere più di 120. Il Decreto 49 aveva previsto finanziamenti che assommavano a 80 milioni, ma non sono mai stati assegnati. Medesimo ragionamento, purtroppo, lo si può fare per quella medicina preventiva territoriale (socio-assistenziale) che, gradualmente, stanno smantellando. Ci riferiamo all’abbassamento dell’attenzione verso le fasce sociali più deboli e con maggior disagio: disabili, malati di mente, tossicodipendenti, emarginati e anziani. La Cgil, in un recente Convegno, ha avanzato proposte credibili e fattibili, per il nostro territorio (che va dal basso casertano fino al vesuviano interno ed esterno). Tra queste le più significative sono: 1) l’apertura di 2 ospedali di 3° livello (Nola e Castellammare); 2) un presidio unico ospedaliero; 3) una diversa e più chiara organizzazione e definizione dei distretti; 4) una maggiore attenzione alla prevenzione; 5) il potenziamento dei posti ospedalieri. Ci auguriamo che su questi temi la Regione apra subito un confronto e che i nostri politici “ben noti” del nostro territorio non vengano, in campagna elettorale, a farci promesse “in-credibili””.