Il 6% dei bambini della Campania tra gli 8 e i 9 anni è severamente obeso. Una percentuale che assume un significato ancora più forte se espressa in numeri assoluti: i bambini affetti da obesità grave sono infatti 23.059, senza dimenticare che i bimbi obesi sono 82.080 e quelli sovrappeso sono 103.841. Sono alcuni dei dati dell’indagine dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute relativi al 2014, evidenziati oggi nell’ambito della seconda giornata di “Alfa Omega” il primo convegno nazionale sulla prevenzione in corso a Città della Scienza di Napoli. “Un bambino obeso – spiega Silvia Savastano, professoressa di endocrinologia all’Università Federico II di Napoli – ha un’alta probabilità di diventare un adulto obeso, con tutti i connotati patologici che lo accompagneranno per tutta la vita. La Campania ha la maglia nera dell’obesità infantile e per invertire la rotta è necessario partire dall’informazione, che veda insieme la scuola, i genitori, le istituzioni”. Del tema si parlerà nella tavola rotonda in programma alle 15 a Città della Scienza sul tema “Occhio alla bilancia. Stop all’epidemia di obesità”, curata da Annamaria Colao e Silvia Savastano. Importante, secondo quanto emerge dai dati, è anche la divulgazione presso i genitori degli stili di vita responsabili. Secondo i dati, infatti, solo il 29% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio sia eccessiva e solo il 41% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga poca attività motoria. Tra i fattori che incidono anche le condizioni economiche della famiglia e il grado di istruzione: secondo gli studi del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, l’eccesso ponderale è più frequente al crescere dell’età, ma il secondo indicatore più alto è quello relativo alla popolazione con molte difficoltà economiche (il 19,9% di queste ha un eccesso ponderale) e con un basso livello di istruzione (è in sovrappeso il 21,7% tra le persone persone con nessuna istruzione o con un’istruzione elementare). “La divulgazione in campo medico – spiega la Savastano – è il passaporto per mettere in moto un circuito virtuoso che aiuti la nostra popolazione di bambini e di adolescenti a invertire una rotta sbagliata. Le iniziative della Settimana della Prevenzione servono proprio ad avvicinare i ragazzi, ma anche i genitori, a riscoprire un corretto stile di vita”.

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